PIEVE DI BONO – PREZZO. Mario Malossini e Giorgio Butterini, rispettivamente ex presidente della Provincia e l’altro sindaco di Borgo Chiese e presidente della Comunità di valle, con Vigilio Nicolini hanno lavorato insieme per anni. Ebbene, in occasione delle sue onoranze funebri, lo hanno voluto ricordare parlando dentro una chiesa colma di gente. Appena al di là delle balaustre la moglie Noemi e i tre figli, dietro tanti politici e amministratori di ieri e di oggi. Si intravedono Giorgio Postal, Pierluigi Angeli, Silvano Grisenti, Aldo Marzari, Mario Tonina e funzionari provinciali dell’epoca quali Bortolotti e Bazzani. Poi i sindaci Attilio Maestri, Ketty Pellizzari, Eugenio Antolini, Adelino Amistadi e Franco Bazzoli nonché altri amministratori di Rendena e Borgo Lares.
Butterini descrive Vigilio come “un uomo carismatico, pratico e dotato di intelligenza politica e sempre pronto a dispensare buoni consigli ma altrettanto capace di stringere amicizia anche quando la malattia progressivamente se lo stava portando via. Sapeva di quel male che con encomiabile dignità purtroppo gli accorciava la vita”.
Poi è la volta di Malossini che lo aveva avuto come assessore ai lavori pubblici in Giunta provinciale: “Era capace e preparato e tutti lo consideravano un uomo dei territori. Aveva intuizione e tante idee progettuali che negli anni si sono in parte anche realizzate. Parlo per esempio della strada del fondovalle realizzata per i mondiali del 91. Per amministratori e colleghi non era l’assessore ma l’amico Vigilio”.
Nel corso della messa Tiziano Armani accompagna all’organo la corale parrocchiale mentre dall’altare l’arciprete don Luigi Mezzi, coadiuvato da don Beppino Caldera, concelebra. All’omelia don Luigi parla “di un Vigilio che apparteneva a quella generazione di gente che sapeva intravedere con lungimiranza le varie situazioni. Un uomo che sapeva ascoltare e stare vicino alle persone ma anche ai loro problemi”.
Ultima e triste incombenza quella dell’incamminamento verso il sagrato dove i portatori dell’Agenzia Agnoli traslocavano la bara sul carro funebre poi diretto alla volta di Trento per la cremazione.