Lettera aperta – Al Sig. Sindaco di Madruzzo Michele Bortoli / e p.c. ai Sigg Sindaci di Valle Laghi e Cavedine / e p.c. al Sig Assessore all’Ambiente della PAT Mario Tonina
Gentile Sindaco,
a nome del Comitato ‘SalviamolaValledeiLaghi’ e di tutto il sempre più vasto movimento spontaneo di mobilitazione per la difesa del territorio, sentiamo la necessità di manifestarle il crescente stato di preoccupazione per la possibile riaccensione del forno della Cementiera di Sarche.
Vediamo utile che da parte sua si dia seguito concreto all’impegno assunto con l’Avviso del luglio scorso alla cittadinanza, pertanto chiediamo che venga indetta urgentemente una assemblea pubblica informativa che dia a tutti, amministratori locali e cittadini, informazioni dettagliate e non di parte, in modo che ognuno possa formarsi nella propria coscienza un’opinione motivata.
Un incontro pubblico dunque, franco, serio ed appassionato, che serva anche come momento di riflessione collettiva per dare garanzie adeguate alle varie criticità, già emerse o che possano emergere.
Di seguito le osservazioni che riteniamo utile condividere:
In data 30/11/2021 è stata inoltrata dalla ditta Italcementi-Heidelberg cement group agli organi competenti provinciali la già annunciata richiesta di riavviare a pieno ritmo, 24 ore su 24, tutta l’attività di produzione, anche con la possibilità di escavazione del minerale presente nel sito di proprietà.
Ora l’esecutivo provinciale ha a disposizione 60 giorni per la redazione di una risposta.
Dopo la significativa condivisione nell’assemblea di Calavino, accogliamo come un importante segnale quello dato dal Consiglio Comunale di Madruzzo in data 29 dicembre 2021, che ha raccolto almeno in parte le inquietudini che si stanno diffondendo tra la popolazione, rappresentandole presso l’esecutivo provinciale per gli opportuni approfondimenti.
Dalle informazioni in nostro possesso, risulta chiaro un forte rischio per la salute dei cittadini e per l’integrità del territorio non solo della Valle dei Laghi, ma quanto meno di vaste zone del Trentino occidentale.
È certo che il riavvio senza possibili controlli, né ulteriori dotazioni di sicurezza, costituirà un segnale pesante.
È certo che nel tempo dovremo subire una non ancora precisata quantità di emissioni di polveri, comprese le dannosissime polveri sottili, cause di malattie per la popolazione, soprattutto dei bambini, e di forte impatto sulla vegetazione dei nostri vigneti e dei boschi, compreso quelli pregiati del biotopo del lago di Toblino (300 metri di distanza), cartolina di presentazione del nostro Trentino turistico.
È certo che in una valle ristretta come la nostra, che oltre tutto nei mesi invernali non è soggetta a ventilazione naturale, ci sarà un’enorme emissione in atmosfera di Co2, che, come è a tutti noto, è un gas clima-alterante: le cementiere nel mondo contribuiscono circa per una parte su 10 alla liberazione di questo gas.
Quello che è certo è che la nostra gente ha bisogno di informazioni certe e non di tentennamenti, di garanzie sicure e condivise e non di generiche rassicurazioni.
Quello che non sappiamo infatti è se e in quale quantità nel forno di Sarche si bruceranno come combustibili, non solo il famigerato carbon-coke, non solo i fanghi essiccati derivati dai depuratori, con le annesse sostanze (tossiche?) di cui si fa ancora fatica a comprendere bene la composizione, ma anche rifiuti di vario genere, con i loro possibili correlati di diossine e di altre sostanze nocive per la salute e l’ecosistema (meglio saperlo, visto che per questi è stata avanzata richiesta di utilizzo da parte dell’azienda). Quello che non sappiamo quindi è se il governo provinciale intenda o meno convertire gradualmente il sito di Ponte Oliveti in un inceneritore, magari nell’inceneritore di tutti i rifiuti del Trentino!
Quello che non sappiamo è come e in quale misura tutto ciò ci riguarderà, dato che finora controlli “rigorosamente scientifici” sull’attività di Italcementi non sono mai stati prodotti, né gli organi tecnici provinciali addetti (APPA) si dichiarano in grado di imporli alla ditta multinazionale.
Quello che non sappiamo è se ci sarà o meno la creazione di un tavolo permanente di monitoraggio, che coinvolga, oltre naturalmente ai tecnici provinciali e ai rappresentanti delle istituzioni territoriali e provinciali, anche rappresentanti della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste.
Quello che non sappiamo è se saranno adottati in Trentino protocolli rigorosi come sono stati imposti in varie parti d’Italia, oppure se si procederà in ordine sparso, alla faccia degli slogan tipo ‘respira, sei in Trentino!’.
Quello che non sappiamo è se ci stiamo attivando anche in termini di prescrizioni relative alla autorizzazione, non solo per quanto riguarda la normale attività di gestione dei processi lavorativi, ma anche in previsione di eventuali malfunzionamenti degli impianti e/o dei meccanismi di controllo
Da ultimo, ma non in ordine di importanza, quello che non sappiamo è se e quali saranno tutti i dispositivi di sicurezza attivati per il personale che vi lavorerà, vista la presenza di numerosi gas e sostanze potenzialmente tossiche presenti nel processo di lavorazione.
Quello che non è accettabile è che le decisioni che riguardano la sicurezza e la salute di tante persone e di interi ecosistemi possano essere prese dall’esecutivo provinciale sopra le nostre teste. Ognuno di noi ha genitori anziani o figli e nipotini, che non devono essere costretti a vivere in un ambiente inquinato.
Per questo motivo crediamo che lei, Sindaco, debba dare concretezza all’impegno assunto, convocando tempestivamente un’assemblea pubblica prima della scadenza dei termini di autorizzazione, e dunque in tempo utile per le prescrizioni del caso. Sarebbe, da parte sua, un’iniziativa coraggiosa e lungimirante, che invita alla partecipazione tutta la cittadinanza e che chiama i rappresentanti del governo provinciale ad assumersi le proprie responsabilità di fronte all’opinione pubblica.
Confidiamo pertanto nella sua sollecitudine, vedendoci altrimenti costretti a provvedere autonomamente nella promozione di questo incontro.
Trattandosi di questioni di estrema rilevanza che i cittadini hanno il diritto di conoscere, confidiamo nella sua sollecitudine.
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Per il Comitato
Marco Pisoni