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Thu, Sep

 

Con 165 studenti e studentesse UniTrento ha partecipato alla competizione internazionale di programmazione e ha ottenuto il secondo posto nella classifica generale e il primo nella categoria delle squadre universitarie.

Università di Trento ancora una volta protagonista di Google Hash Code, la competizione internazionale di programmazione a squadre che mette a confronto talenti informatici del globo, abbattendo almeno per qualche ora distanze e barriere. La sfida, infatti, vede alla prova studenti, studentesse, esperti ed esperte in collegamento con il loro computer da ogni angolo della terra. La maratona è organizzata da Google che pone un problema ingegneristico reale da risolvere. Quest’anno consisteva nell’ottimizzare la sincronizzazione dei semafori su mappe stradali di città di grandi dimensioni quali Lisbona.

 

I/le partecipanti, da parte loro, scelgono la propria squadra e il linguaggio di programmazione. L’obiettivo di fondo è promuovere le competenze informatiche e individuare giovani talenti del settore.

La gara si è disputata ieri, dalle 18.30 alle 22.30 (ora italiana). UniTrento è scesa in campo con 46 squadre per un totale di 165 studenti e studentesse (23 in più dell’anno scorso) e ha ottenuto nuovamente il secondo posto al mondo nella classifica generale e il primo nella categoria delle squadre universitarie.
Il risultato è stato comunicato ieri sera da Google al termine delle quattro ore di prova.

Per il quinto anno consecutivo il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento ha organizzato un Hub per il Round di qualificazione online di Hash Code 2021.
Alberto Montresor, il coordinatore dell’iniziativa per UniTrento, commenta: «Nonostante i problemi legati alla pandemia, il numero dei partecipanti ha addirittura superato quello dello scorso anno. Questo la dice lunga sulla voglia dei nostri studenti di tornare a vivere l’università al di là delle lezioni online. Oltre ad essere contento della partecipazione, sono entusiasta del risultato: i nostri studenti sono stati eccezionali».

A causa di Covid-19 il concorso ha preso il via con le qualifiche online, in cui ciascuna squadra ha potuto competere dai cosiddetti “hub”, organizzati da università, industrie e associazioni. Il numero di squadre nel mondo è molto calato (erano 25mila l’anno scorso, 9mila quest’anno), ma quelle presenti erano molto motivate: ben l’80% di loro ha concluso con successo. Di queste, 276 erano squadre italiane e ben 43 dell’Università di Trento. Alla competizione erano presenti anche altre università italiane (Padova, Bergamo, Bolzano, Venezia, Salerno) ma con meno di una decina di squadre ciascuna. Le migliori squadre sono ora invitate a partecipare alle finali mondiali virtuali delle Google’s Coding Competitions.

 

L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi è risultato positivo al Covid-19.” - la notizia dall'Arcidiocesi di Trento.

 

Avvertendo lievi sintomi di malessere, monsignor Tisi si è sottoposto nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 20 febbraio, a tampone che ne ha confermato la positività. Don Lauro si trova in isolamento nella sua abitazione.

Chiaramente sospesa ogni attività pubblica, a cominciare dalla s. Messa prevista in Cattedrale domani mattina, prima domenica di Quaresima. Annullata anche la consueta diretta streaming dal Duomo.

All’arcivescovo Lauro la vicinanza nella preghiera da parte di tutta la Diocesi, affinché possa presto tornare a svolgere pienamente il suo ministero episcopale.”

 

Inaugurato il primo Festival della Memoria. Negli spazi dell’Officina dell’Autonomia è stata allestita la mostra del Museo di di Auschwitz-Birkenau.

 

Si è aperto ufficialmente lunedì pomeriggio Living Memory, il primo Festival della Memoria creato dall’associazione “Terra del Fuoco Trentino”, in collaborazione con la Fondazione Museo storico e con il sostegno del Servizio attività culturali della Provincia autonoma di Trento. Contestualmente è stata inaugurata la mostra ufficiale del Museo di Auschwitz-Birkenau “German Nazi Death Camp Konzentrationslager Auschwitz” all’interno degli spazi dell’Officina dell’Autonomia in via Zanella 1/A a Trento, sede della Fondazione Museo storico.

 

Il Festival rappresenta un’esperienza unica per i nostri studenti e per la cittadinanza tutta” ha osservato l’assessore provinciale all’istruzione e alla cultura Mirko Bisesti, che ha parlato dell’opportunità di offerta di “ascoltare i testimoni della tragedia dell’Olocausto e visitare virtualmente il campo di concentramento e centro di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. Il Trentino intende in questo modo vivere la memoria come una vera esperienza, ricordando che nel mondo ancora oggi ci sono realtà che ripetono quelle nefandezze”. Gli appuntamenti sono trasmessi in streaming attraverso il sito.

 

Introdotto dalla giornalista Denise Rocca, l’appuntamento ha visto l’intervento della direttrice della Casa editrice del Museo di Auschwitz-Birkenau, Jadwiga Pinderska-Lech, che ha parlato della nascita di questa importante realtà, che ha messo a disposizione la propria mostra ufficiale, aperta al pubblico a Trento nei giorni feriali a partire da mercoledì 20 dalle ore 10 alle 17. L’esposizione sarà itinerante sul territorio provinciale, a cura dell’associazione Terra del Fuoco Trentino.

 

Il direttore della Fondazione Museo Storico Giuseppe Ferrandi ha evidenziato come fare memoria oggi sia una vera e propria sfida: “L’esposizione degli oggetti dei deportati è importante anche per smentire i negazionisti. La forza degli oggetti è un antidoto fondamentale alla fabbricazione di bugie e al tentativo di ‘disinnescare’ questa storia”.

Il presidente della Consulta degli studenti Vittorio Benoni e la sovrintende scolastica provinciale Viviana Sbardella hanno ringraziato gli organizzatori degli eventi: “L’impossibilità di organizzare il “Treno della memoria’ a causa dell’emergenza Covid si è trasformata in un’opportunità. Aiutare i nostri ragazzi a comprendere ciò che è accaduto è fondamentale” sono state le parole di Sbardella.

 

 

 

Non si è fermata neppure nel week end l’attività di controllo della Polizia di Stato, voluta dal Questore di Trento, intorno allo scalo ferroviario di Trento. Nella mattinata di ieri, i giardini antistanti la stazione sono stato teatro dell’ennesimo arresto da parte dell’Unità Crimine Diffuso della Squadra Mobile, conosciuti come “Orsi”. A finire in carcere è stato uno spacciatore di nazionalità nigeriana.

 

L’uomo, un trentaquattrenne dimorante ad Ala, in sella ad una bicicletta, più volte segnalato da alcuni passanti agli agenti in borghese, è stato visto aggirarsi per le vie limitrofe alla stazione, fermandosi ogni volta vicino ad alcuni giovani, chiedendo a costoro se volessero acquistare stupefacente.

A questo punto, un equipaggio della Squadra Mobile si è appostato su alcuni tetti degli edifici palazzi ubicati intorno alla piazza, per poter osservare i movimenti del pusher senza essere visti.

Un’altra pattuglia dell’Unità Crimine Diffuso è rimasta nei giardini di Piazza Dante, ricevendo, in tempo reale, dai punti di osservazione individuati nei palazzi che circondano la piazza, le informazioni circa i movimenti dello spacciatore, e potendolo così seguire senza che se ne accorgesse ed allo stesso tempo venisse perso di vista.

Non appena lo spacciatore si è fermato nel parco antistante il Palazzo della Provincia, per prendere contatti con un cliente, un cittadino italiano di 46 anni, gli “Orsi”sono piombati sullo spacciatore, bloccando anche il cliente, sequestrandogli due dosi di hashish appena acquistate dallo straniero.

Nel frattempo, l'uomo ha tentato di divincolarsi dalla morsa degli investigatori della Questura di Trento, in parte riuscendovi, guadagnandosi, almeno per pochi passi, una fuga. Ma è stato subito bloccato da uno degli agenti intervenuti, che l’ha raggiunto dopo  una decina di metri nei pressi di via Dogana. Rinvenendo, e sequestrando, una busta di plastica con circa 60 dosi di eroina nonché la somma di 200 euro, frutto dell’attività di spaccio fino a quel momento effettuata.

 

 

Provincia autonoma di Trento e Fondazione Comunità Solidale, in collaborazione con i soggetti appartenenti al Tavolo Inclusione e grazie alla disponibilità della Diocesi di Trento, hanno incrementato ulteriormente i posti letto per persone senza dimora prive di una sistemazione notturna, inserite nelle liste di attesa per l'assegnazione del posto letto nelle strutture di accoglienza attive.

 

Si tratta della sede della Chiesa di di San Massimiliano Kolbe, in località Centochiavi a Trento, dove si stanno allestendo una quarantina di posti letto che saranno assegnati tramite lo sportello dedicato. L'assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, nel ringraziare la Diocesi per lo spazio di accoglienza, ha voluto sottolineare l'importanza della collaborazione di tutti nel garantire risposte di solidarietà alle persone presenti sul nostro territorio: "Nella fase di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, gli interventi realizzati permettono di fornire risposte a persone che a causa della loro condizione di vulnerabilità vivono una condizione di emergenza nell'emergenza".

 

 

Le condizioni atmosferiche invernali, l'emergenza in corso e la consistenza delle liste di attesa, hanno portato a considerare l'opportunità di allestire un ulteriore contesto di accoglienza notturna, al fine di assicurare la più ampia copertura possibile alle richieste. 

 

Grazie alla collaborazione di tutti i soggetti, nonostante le limitazioni determinate dalle misure di distanziamento previste dall'emergenza sanitaria, il sistema di accoglienza invernale per persone senza dimora dell'attuale stagione può contare su un livello di offerta superiore agli anni precedenti, a cui si aggiunge in via straordinaria probabilmente già da stasera, 29 gennaio, anche la sede della Chiesa in località Centochiavi. 

 

La gestione dello spazio vede il coinvolgimento a titolo di volontariato degli enti e dei gruppi disponibili, coordinati dalla dalla Caritas diocesana attraverso Fondazione Comunità Solidale e dal Servizio politiche sociali della Provincia autonoma di Trento.

 

 

«Vogliamo lavorare». È questo, in estrema sintesi, il messaggio che ristoranti e baristi trentini hanno lanciato oggi al governo italiano, attraverso il Commissario del Governo Sandro Lombardi, al quale hanno consegnato simbolicamente i propri grembiuli. Un messaggio lanciato a gran voce e con fermezza, grazie alla massiccia adesione alla manifestazione indetta da Confcommercio Trentino e Confesercenti del Trentino: il corteo, composto da 300 automobili, è partito da piazzale Zuffo poco prima delle 9 ed ha raggiunto il palazzo del Commissariato del Governo attorno alle 10.30. Sulle vetture dei partecipanti sono stati sistemati i grembiuli e manifesti con lo slogan della manifestazione: #basta! Basta con le restrizioni, basta con le chiusure, basta con i divieti: è ora di tornare a pensare, oltre alla salute, anche all’economia.

 

Le prime automobili sono arrivate al piazzale Zuffo attorno alle 7:30. Sotto lo sguardo degli agenti della Polizia Municipale di Trento (che hanno scortato con discrezione e professionalità l’intero corteo), ristoratori e pubblici esercenti aderenti a Confcommercio Trentino e Confesercenti del Trentino hanno aderito in massa alla manifestazione “Grembiuli bianchi”, organizzata per esprimere lo stato di fortissimo disagio nel quale si trovano le categorie di bar e ristoranti.

Alla partenza erano presenti, oltre ai presidenti delle Associazioni promotrici, ovvero Marco Fontanari per l’Associazione ristoratori del Trentino (Confcommercio Trentino), Fabia Roman per l’Associazione pubblici esercizi del Trentino (Confcommercio Trentino) e Massimiliano Peterlana (Fiepet Trentino), c’erano anche il presidente di Confesercenti del Trentino Renato Villotti e di Confcommercio Trentino Giovanni Bort con i vicepresidenti Mauro Bonvicin e Massimo Piffer, ed i direttori Aldi Cekrezi e Giovanni Profumo.
Poco prima delle 9 le vetture hanno lasciato il parcheggio per dirigersi lentamente, in due distinti cortei, verso il palazzo del Commissariato del Governo in via Piave. L’impatto sulla viabilità cittadina è stato significativo, benché limitato nel tempo per espressa volontà degli stessi organizzatori che hanno voluto mantenere un equilibrio tra la necessità di farsi sentire e il desiderio di contenere i disagi per i cittadini.

Il corteo è giunto a destinazione intorno alle 10.30: davanti al palazzo del Commissariato ciascun partecipante ha deposto il proprio grembiule: tutti sono stati poi raccolti e consegnati idealmente al Commissario del Governo Sandro Lombardi, sceso ad incontrare gli organizzatori della manifestazione.

«Appena risalirò nel mio ufficio – ha detto il Commissario – invierò subito ai Ministeri competenti il documento con le vostre richieste, accompagnato da una mia relazione.

Comprendo le ragioni della vostra protesta visto che la vostra categoria è stata fortemente penalizzata. Vi chiedo di stringere i denti poiché questo è il momento della compattezza e dell’unità»

Al Commissario Lombardi è stato consegnato un documento con le istanze degli imprenditori, i cui punti salienti sono riportati in calce a questo comunicato. Su tutte le richieste, la più importante è quella di ottenere quanto prima di aprire anche alla sera. L’alternativa sono esclusivamente i ristori, ma questa volta adeguati alle perdite che hanno interessato le imprese.
Alle 12 una rappresentanza dei manifestanti è stata ricevuta dall’Assessore provinciale Roberto Failoni (nelle veci del presidente Maurizio Fugatti impegnato in videoconferenza col Governo) che ha assicurato la vicinanza dell’ente alle ragioni degli esercenti e il massimo impegno possibile per sostenere le imprese in questo momento estremamente delicato.

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«Abbiamo dimostrato – hanno dichiarato i presidenti delle Associazioni dei pubblici esercizi e dei Ristoratori aderenti a Confcommercio Trentino, Fabia Roman e Marco Fontanari – con rispetto e senso di responsabilità, che per la nostra categoria la misura è ormai colma. Le centinaia di colleghi presenti stamattina chiedono di poter tornare a lavorare subito, senza “se” e senza “ma”. In sicurezza, con una strategia attenta, ma in tempi brevi e certi. Altrimenti l’unica soluzione sono i ristori, ma non quelli insufficienti previsti finora e che nemmeno tutte le imprese hanno ancora ricevuto. Ad oggi dopo tante promesse non c’è ancora nulla: per noi diventa davvero difficile andare avanti e parliamo a nome di oltre 3.500 imprese per un indotto che riguarda almeno 15 mila lavoratori. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare: oggi chiediamo che ci venga riconosciuto il sacrosanto diritto costituzionale di lavorare, e di essere maggiormente rispettati».

«È stata una manifestazione senza precedenti che per la prima volta ha visto compatta e unita una categoria di un settore difficile che raccoglie anche tante anime diverse – ha detto Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino – Siamo soddisfatti che il Commissario del Governo e i rappresentanti della Provincia abbiano raccolto il nostro grido d’allarme ma abbiamo bisogno di fatti concreti. In questi mesi abbiamo visto ristoratori che hanno lavorato a regime ridotto; bar e pub notturni che hanno chiuso del tutto. Quello che chiediamo sono certezze. Certezze di lavoro, certezze nei ristori. Abbiamo bisogno di aiuto ma subito, ci sono mutui e conti da pagare. I nostri collaboratori in molti casi non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione o l’hanno ricevuta con importi molto bassi. Siamo una categoria allo stremo. Anche oggi abbiamo ricevuto la solidarietà della gente che ci ha visto passare, delle Istituzioni, ma abbiamo bisogno di interventi concreti e immediati».

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Le richieste degli esercenti in cinque punti

Ristori: non si disconosce quanto fatto finora dal Governo e dalla Provincia ma l’entità dei ristori e dei provvedimenti è insufficiente rispetto alle perdite subite dalla categoria. Va previsto uno stanziamento che garantisca almeno un ristoro pari al 30/40% delle perdite del periodo marzo-gennaio 2021.

Riduzione dei costi operativi:

Canoni di locazione: oggi molti imprenditori del settore non sono in grado di sostenere i costi degli affitti, che sono balzati mediamente dal 10% al 30% come incidenza sul fatturato. Bisogna intervenire con misure ad hoc per poterli ridefinire in maniera strutturale. Si rende necessario per almeno tutto il 2021 un blocco agli sfratti in questo settore, al fine di contenere la fuoriuscita di operatori per l’impossibilità di onorare i contratti di locazione o di affitto di ramo di azienda. È opportuno anche prevedere agevolazioni per i proprietari degli immobili, come la cedolare secca.

Cancellazione, differimenti oneri fiscali: va prevista una dilazione ad almeno 10 anni delle scadenze fiscali indifferibili ed una cancellazione per le imposte come Imis – TARI – TOSAP direttamente collegate alla gestione delle attività.

Decontribuzione oneri sociali: prolungare la cassa Integrazione. Licenziare è un gesto estremo, doloroso, ma non si può chiedere alle imprese in questo momento di farsi carico di ulteriori costi sociali. Va incentivato un “patto occupazionale” per favorire il mantenimento delle competenze all’interno del settore limitando l’espulsione delle lavoratrici e dei lavoratori grazie a un taglio del costo degli oneri sociali per i lavoratori della ristorazione. Sì agli incentivi per le nuove assunzioni ma si premi soprattutto chi riesce a mantenere l’occupazione.

Generazione liquidità, patto con i sistemi bancari: serve un patto con il sistema bancario per la liquidità delle imprese, subito. Va spalmato il debito contratto nel 2020 in un arco temporale lungo, di almeno 10/15 anni con un preammortamento di almeno 24 o 36 mesi, che permetta alle imprese di ottenere quelle liquidità per rialzarsi e ripagare il debito in un periodo sostenibile. Vanno inoltre previste ulteriori moratorie anche nel corso del 2021.

Rimodulazione Iva: in diversi Paesi del continente europeo si è provveduto a ridurre l’Iva sulla ristorazione al fine di sostenere la domanda.

Riordino del settore: è indubbio che da questa crisi vada tratto qualche insegnamento per far sì che quanto sta accadendo non sia invano e si possano predisporre degli accorgimenti per evitare che un momento del genere possa ripetersi. Per questo è fondamentale rivedere i criteri di accesso al settore della ristorazione: il periodo di crisi che stiamo vivendo sta evidenziando la fragilità del sistema dovuta anche alle liberalizzazioni del 2006. Questo settore è stato troppo spesso serbatoio di improvvisazione imprenditoriale e una reale mancanza di requisiti professionali all’ingresso ha generato un eccesso di offerta che poggia su radici fragili, dove la qualità è stata sacrificata in nome dei prezzi. Va rivisto l’impianto normativo che regola il settore, al fine di identificare dei parametri di ingresso al mercato più stringenti e qualificanti ed eviti l’infiltrazione di sistemi malavitosi.

 

 

Una panchina rossa per Agitu in piazza Santa Maria Maggiore. Stamattina, al mercato in piazza Santa Maria Maggiore, al posto del banchetto di formaggi di Agitu Ideo Gudeta, c’era una panchina rossa, collocata dal personale dell’ufficio Parchi e giardini del Comune.

 

Non è dunque rimasto vuoto lo spazio che Agitu occupava con i suoi prodotti e soprattutto con l’umanità e la simpatia che hanno conquistato tanti cittadini di Trento e non solo. Tra i fiori portati dai negozianti e dai clienti della piazza, sulla panchina si distingueva una frase, che presto sarà incisa su una targa di metallo: “Per Agitu, per tutte le donne vittime di violenza. Trento non dimentica”.

 



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