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Inizia il suo mandato di tre anni oggi. Era stato l’unico candidato a presentarsi nei giorni scorsi alle elezioni telematiche per rinnovare la guida della struttura

Trento, 16 novembre 2020 – (e.b.) Nuovo direttore per il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento. Franco Dalfovo inizia oggi il suo mandato di tre anni alla guida della struttura. È stato eletto nei giorni scorsi, giovedì 12 novembre, con 56 voti a favore.

 

I voti espressi sono stati 63 su 66 aventi diritto, le schede bianche cinque e due voti hanno indicato altri nominativi. Le elezioni si sono svolte in modalità telematica. Franco Dalfovo subentra nell’incarico al direttore Giulio Monaco.
Franco Dalfovo dal 2005 è professore ordinario di Fisica della materia all’Università di Trento ed era già stato direttore del Dipartimento di Fisica dell’Ateneo in passato (2005-08).

Nato a Mezzolombardo nel 1960, Franco Dalfovo si è laureato in Fisica a Trento nel 1984. Ha ottenuto il dottorato di ricerca a Padova nel 1988 e ha svolto un anno di ricerca post-dottorale a Parigi e Grenoble. È stato ricercatore universitario a Trento dal 1990 al 1999 e professore associato a Brescia dal 2000 al 2004, tornando poi a Trento come professore ordinario dal 2005.

È stato membro del Nucleo di Valutazione e anche presidente del Comitato per il reclutamento e lo sviluppo delle carriere all’Università di Trento. Ha guidato l’unità di Trento dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr Bec Center). È inoltre editore associato della rivista Physical Review

dell’American Physical Society e di Physical Review Research.
Tiene i corsi di Fisica generale III al secondo anno e Meccanica quantistica al terzo anno della laurea in Fisica. Le sue ricerche riguardano i gas e i fluidi quantistici, gli atomi ultrafreddi e la superfluidità. Su questi temi ha pubblicato un centinaio di articoli su riviste internazionali.

 

Attivati nuovi posti letto per step progressivi. Al via la programmazione invernale dei servizi di bassa soglia per persone senza dimora.

Il tavolo per l’inclusione sociale in favore delle persone in situazione di emarginazione si è incontrato, nel corso delle ultime settimane, con l’obiettivo di definire la programmazione dell’accoglienza invernale per persone senza dimora che vede ogni anno, con l’arrivo della stagione fredda, il potenziamento di posti letto rispetto all’accoglienza offerta durante tutto l’arco dell’anno.

 

La programmazione per l’inverno 2020/2021 prevede, già da inizio novembre, l’attivazione di nuovi posti letto per step progressivi: si parte con la prima fase con complessivi 153 posti letto (complessivi tra uomini e donne) garantiti presso differenti sedi a Trento e Rovereto, gestite dalle seguenti realtà del terzo settore: Casa della Giovane (ACISJF), Fondazione Comunità Solidale (Il Portico, Bonomelli, Casa S. Angela), Villa S.Ignazio, Punto d’Approdo di Rovereto, Centro Astalli (Casa S. Francesco), ass. Amici dei senza tetto (Casa Paola e Casa Maurizio). Alle strutture abitualmente adibite all’accoglienza si aggiunge anche Casa S. Angela delle Suore Orsoline di Trento che hanno messo gratuitamente a disposizione l’immobile.

La seconda fase, immediatamente successiva prevede, un incremento di circa 33 posti per l’accoglienza di uomini arrivando complessivamente a 186 posti e, in prospettiva, la possibile attivazione di altri posti in risposta a situazioni emergenziali.

La programmazione invernale risulta condizionata dalla situazione epidemiologica in atto che assicura l’attivazione nell’intero sistema di accoglienza di interventi e misure di prevenzione del contagio che sono attive da inizio pandemia e che hanno subito nel corso della stessa varie rimodulazioni. Si tratta di misure orientate prevalentemente a garantire all’interno di tutti i servizi il distanziamento interpersonale ma anche l’evitamento di assembramenti presso i servizi diurni attraverso l’ampliamento dell’orario di apertura dei servizi notturni (fino alle 14.00 anziché alle 8.30).

E’ da considerare come la programmazione invernale dei posti letto si collochi all’interno di un sistema più ampio che vede coinvolti oggi più protagonisti con diversi servizi e interventi quali la mensa serale presso i frati Cappuccini, l’apertura festiva di servizi e interventi diurni quali l’accoglienza mattutina presso il Punto D’Incontro e la distribuzione di panini frutto della collaborazione tra l’Associazione Amici dei senza tetto e l’associazione Gioco degli specchi, l’approvvigionamento quotidiano di generi alimentari presso le strutture da parte di Trentino Solidale, il servizio di deposito e custodia bagagli, la distribuzione di vari kit (igiene, vestiario, zaini…).

Al fine di proseguire nell’impegno di garantire la massima tutela della salute delle persone e di agire in un’ottica sempre più integrata tra sociale e sanitario, il sistema conta inoltre sulla preziosa collaborazione del volontariato sanitario che afferisce al gruppo Gr.I.S Trentino.

Una programmazione che si caratterizza, alla luce della difficile situazione epidemiologica, per il consolidamento di punti fermi quali il coordinamento generale del tavolo inclusione, quello più operativo degli sportelli unici per l’accoglienza e l’attenzione alle persone più vulnerabili, ma anche per l’attivazione di nuovi interventi a cura del terzo settore ad integrazione di quelli esistenti e soprattutto per la tensione a forme di accoglienza nuove e diversificate nonché per l’implementazione di forme di collaborazione socio-sanitaria.

L’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, ha rivolto un particolare ringraziamento a tutte le persone ed enti coinvolti, che rendono possibile, in collaborazione con i servizi pubblici, garantire risposte di accoglienza, ancora più importanti in questo particolare periodo.



 

 

Non sono numeri. Nessuna persona in strada! Ad emergenza sanitaria in corso la Provincia taglia 40 posti letto nei dormitori.

Presidio in piazza Dante, palazzo della Provincia *
mercoledì 18 novembre ore 18.00

Link dell’evento su FB:

 

Il 2 novembre è ripresa l’apertura graduale dei servizi a bassa soglia all’interno del piano di cosiddetta “Emergenza freddo”.

Dalle prime notizie che abbiamo ricevuto ci sembra che le istituzioni non abbiamo imparato nulla dal primo lockdown: nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19 stia nuovamente aggravandosi, la Provincia di Trento ha deciso di tagliare 40 posti letto, diminuendo a 150 posti la capienza complessiva delle strutture per mantenere il distanziamento di sicurezza.

Ci troviamo di fronte ad un paradosso: in un momento in cui ci viene chiesto di nuovo di “stare a casa”, vengono ridotti i posti letto, costringendo ancora più persone a dormire all’addiaccio o in ripari di fortuna e loro malgrado a violare il coprifuoco delle 22 imposto dall’ultimo DPCM. Anziché muoversi verso la direzione di potenziare e diversificare i servizi per cogliere appieno i bisogni, dando priorità alla salute di tutte le persone presenti in Trentino, e quindi dell’intera Comunità Trentina, la Provincia irresponsabilmente fa l’esatto contrario.

È una storia che si ripete: già ad inizio marzo, infatti, scrivemmo una lettera aperta affermando che i posti letto e i requisiti di accesso non fossero adeguati ai bisogni delle persone, richiedendo uno sforzo maggiore per implementare le politiche sociali e abitative, e immaginare un ripensamento delle modalità di accoglienza temporanea. Pochi mesi prima, il 13 dicembre 2019, avevamo denunciato in via Belenzani con una “Notte all’addiaccio” l’insufficienza dei posti letto e la regola discriminante dei 30 giorni come periodo massimo di accoglienza per coloro che si trovano sprovvisti della residenza.

Qualche passettino in avanti lo avevamo notato quando il numero dei contagi aveva costretto tutti e tutte a rimanere chiusi in casa: l’oggettiva situazione emergenziale e le pressioni di chi si è attivato in modo solidale avevano portato a disapplicare il vincolo dei 30 giorni, trasformando con grande impegno degli operatori e delle operatrici i dormitori in alloggi temporanei, chiusi poi ai primi di giugno.

Non possiamo accettare che delle persone siano rese invisibili, considerate tutt’al più dei numeri. Chiediamo che siano destinate risorse economiche e vengano messe in atto immediatamente tutte le misure utili e necessarie all’accoglienza delle persone senza fissa dimora.

Si provveda, ad esempio, nel breve termine a ripristinare una delle strutture pubbliche dismesse per riconvertirla a servizio di ostello a costi accessibili per lavoratori a basso reddito. Un’ampia e crescente fascia di persone, pur avendo una relativa autonomia economica, resta esclusa dal mercato immobiliare. Per questi l’unica alternativa diventa rivolgersi, quando ci sono, ai servizi di bassa soglia.
La politica e le istituzioni competenti si facciano carico del problema delle persone senza dimora o in situazione di precarietà abitativa, facendone un’attenta mappatura per passare da carenti risposte emergenziali a piani più strutturati.

Assemblea Antirazzista di Trento

 

 

Fuochi d’artificio colorati a Trento contro il coprifuoco, l’originale protesta delle Mascherine Tricolori.

Ieri sera allo scoccare del coprifuoco, alle ore 22, un pioggia di fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo di Trento. L’irriverente protesta porta la firma delle Mascherine Tricolori che hanno voluto “salutare” così l’inizio del coprifuoco.

Una misura assurda e liberticida di un Governo che in questi mesi si è dimostrato, ancora una volta, incompetente – spiega in nota il movimento – un Governo che con la scusa dell’emergenza sanitaria sta decidendo le sorti di milioni di famiglie a colpi di DCPM e conferenza stampa”.

Prima si è puntato il dito sui cittadini e sulle loro abitudini, spingendo a denunciare il proprio vicino o il runner, – prosegue l’associazione in nota – ora Conte limita la libertà di spostamento obbligandoci a un rientro a casa che si è visto solo, per altri motivi, in tempi di guerra”.

Tutto questo mentre molte imprese e famiglie sono alla fame, commercianti costretti a chiudere le proprie attività dopo aver investito profumatamente per sottostare ai criminali protocolli del CTS. Serrande che rimarranno chiuse per sempre, svuotando le nostre città e spegnendole”.

Per questo motivo – conclude la nota – abbiamo voluto colorare il cielo sopra Trento, per ricordare e ricordarci che non permetteremo a questo Governo di ingrigire le nostre città. Siamo italiani, non ci arrenderemo”



 

Pulizie, lavoratrici in piazza per il contratto. Ampia adesione in Trentino allo sciopero nazionale. Negli ospedali assicurati solo i servizi minimi essenziali

Non si ferma la protesa delle lavoratrici e dei lavoratori delle pulizie. Ieri in tutta Italia le addette al pulimento scioperano otto ore per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro che manca da 7 anni e mezzo. In Trentino l’adesione alla protesta indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti è molto ampia.

Negli ospedali hanno aderito allo sciopero la quasi totalità delle addette con eccezione di quante sono rimaste in corsia con senso di responsabilità per assicurare i servizi minimi. Numerosi anche i lavoratori e le lavoratrici che hanno protestato sotto la sede della Regione in Piazza Dante, pur nel rispetto delle regole anti-contagio. Pretendono il rinnovo del contratto, ma denunciano anche la presa in giro del bonus Covid così come previsto dalla Giunta Fugatti.

 

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti puntano il dito contro il dietrofront delle rappresentanze datoriali del settore che opera prevalentemente negli appalti pubblici. Non rispettando gli impegni e gli affidamenti, hanno fatto saltare tutti gli incontri programmati, producendo una strumentale dilatazione dei tempi negoziali, mettendo in discussione diritti e tutele e la definizione di un aumento salariale congruo e dignitoso.

Tutto questo nonostante molte imprese, con la pandemia, abbiano incrementato in modo consistente lavoro e fatturato, continuando a sfruttare il senso di responsabilità, il grande impegno, i sacrifici, la professionalità e la dedizione di centinaia di migliaia di lavoratori, per il 70% donne, con salari esigui, orari spesso ridotti, carichi di lavoro pesanti e condizioni di lavoro difficili in molte realtà.

In questo scenario è inaccettabile che si continui a impedire il rinnovo del contratto nazionale, che finora ha permesso a molte imprese “risparmi” milionari, scaturiti da sette anni e mezzo di mancati adeguamenti delle retribuzioni dei lavoratori. L’emergenza pandemica ha evidenziato l’importanza del lavoro di questi lavoratori che non hanno bisogno di titoli, ma del giusto riconoscimento del lavoro prestato e di maggiori diritti e tutele con il rinnovo del contratto nazionale.

 

 

L’aggressione all’ inviato di “Striscia la notizia “ in piazza Dante. il sindaco Ianeselli : non è tollerabile quello che è accaduto sabato pomeriggio.

Non è tollerabile quello che è accaduto due giorni fa in piazza Dante. Non è ammissibile l’arroganza di chi delinque né l’occupazione del territorio per attività illecite. Nonostante le difficoltà e l’inadeguatezza degli strumenti legislativi, si deve fare di più e meglio, sia per contrastare lo spaccio sia per agire sul versante della tossicodipendenza, tema a cui in questi anni non è stata prestata l’adeguata attenzione.

Tre sono le iniziative che questa Amministrazione comunale, insediata da poco più di un mese, ha intenzione di promuovere fin da subito: la prima è quella di intensificare la sorveglianza grazie all’azione coordinata del nucleo civico della polizia locale e delle forze dell’ordine, che ringrazio per il loro impegno in una situazione che è oggettivamente difficile. Abbiamo da subito avviato l’ter per potere contare anche sull’intervento di un’unità cinofila e su un presidio fisso in piazza Dante, che renderanno costante e più efficace l’attività di vigilanza.

La seconda iniziativa da promuovere è il lavoro in rete tra le istituzioni, dunque Comune e Commissariato di Governo, ma anche Provincia e Regione, le cui sedi si affacciano proprio su piazza Dante. Infine occorre agire subito sui consumatori di sostanze, che sono anche membri della nostra comunità. Le loro famiglie non possono essere lasciate sole a combattere la battaglia contro la tossicodipendenza.

Un’ultima considerazione: in questo periodo in cui il disagio sociale rischia di allargarsi a causa della pandemia, è più che mai necessario mettere in campo tutti gli strumenti, ordinari e straordinari, per sottrarre terreno all’emarginazione sociale. Perché sappiamo che è in questo bacino che la criminalità prospera e arruola la sua manovalanza.

Una giovane lupa di circa due anni di età è stata investita ed uccisa la notte scorsa lungo la tangenziale di Trento all’altezza della località Campotrentino.

I primi esami condotti dal medico veterinario evidenziano che si tratta di una femmina che era in buono stato di salute, di 26,4 chilogrammi. Numerose fratture, compreso un trauma cranico, fanno ritenere che la morte con ogni probabilità sia dovuta ad un investimento. Non si sa chi abbia investito l’animale.

La comunicazione relativa ad una carcassa di canide a bordo strada è pervenuta questa mattina al 112; l’animale è stato recuperato dai Vigili del fuoco permanenti di Trento.

Il confronto con il personale forestale allertato dai Vigili dl fuoco ha confermato che si trattava di un esemplare di lupo, che è stato consegnato al veterinario incaricato delle verifiche del caso.

Come è noto sono 13 i branchi di lupo che risultavano presenti in provincia di Trento a fine 2019, con una popolazione in aumento come nel resto delle Alpi.

Vengono inoltre segnalati regolarmente giovani esemplari in dispersione, quale era, con ogni probabilità, anche quello investito la notte scorsa. In tali fasi si spostamento, a volte su grandi distanze dell’ordine di molte centinaia di chilometri, non è infrequente che i lupi attraversino anche fondovalle fortemente urbanizzati quale quello della valle dell’Adige.

Foto archivio Servizio Foreste e fauna PAT

 

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