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In transito. Storie di pastori, greggi e lupi. giovedì 14 aprile 2022 ore 18.30 al MUSE – Museo delle Scienze di Trento. Ingresso gratuito con prenotazione su Ticketlandia.

 

Foto dal documentario "Diga"

 

Storie di pastori, greggi e lupi: al MUSE l’incontro tra il regista e giornalista Emanuele Confortin, l’allevatrice Barbara Crea e il vicepresidente dell’associazione “Io non ho paura del lupo” Francesco Romito, cerca di esplorare il complesso rapporto tra il lupo e l’allevamento tradizionale in montagna. Un racconto a più voci, anticipato dalla proiezione del documentario premiato al 69° Trento Film Festival “Diga”, che avrà al centro l’antica pratica della transumanza, proclamata Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.

 

Dopo un secolo di assenza, il lupo è ormai tornato a popolare le nostre montagne. Un ritorno che non passa inosservato. Gli allevatori hanno perso l’abitudine alla coesistenza con i grandi predatori e, con il loro ritorno, sono costretti a cambiare bruscamente le loro abitudini. Giovedì 14 aprile 2022, alle 18.30 al MUSE – Museo delle Scienze di Trento (qui il link per iscriversi), l’incontro “In transito. Storie di pastori, greggi e lupi” sarà l’occasione per riflettere sul complesso rapporto tra le attività pastorali e la presenza del predatore.

 

La serata inizierà con la proiezione di “Diga”, documentario premiato lo scorso anno al 69° Trento Film Festival, che ci trasporterà in un viaggio attraverso Dolomiti, Lagorai e prealpi trentine in compagnia dei pastori e del loro gregge. A seguire un dibattito sulla pastorizia di montagna e le sfide che deve affrontare, incluso il ritorno naturale del lupo. Ad affrontare l’argomento, tre diverse anime che per diversi motivi, passioni e ambizioni si sono trovate a vivere nei territori di montagna. Emanuele Confortin, regista, alpinista e scrittore, autore di “Diga”, racconterà attraverso l’occhio della sua videocamera il duro lavoro dei “i Baldessari” di Bellamonte, detti “Diga”, pastori transumanti da quattro generazioni.

 

L’allevatrice e casara Barbara Crea, proprietaria dell’azienda agricola “Quelle del Baito” in Lessinia, porterà la sua esperienza diretta di imprenditrice zootecnica in un territorio in cui il ritorno del lupo ha generato un forte conflitto. Francesco Romito, infine, vicepresidente dell’associazione “Io non ho paura del lupo”, riporterà le storie di allevatori che hanno raccolto la sfida, adattando le proprie aziende all’insegna della convivenza.

 

A moderare la serata, Laura Scillitani, Communication Manager LIFE WolfAlps EU – MUSE, che anticipa: “Scopo di questo incontro è ragionare sulla complessità del rapoorto tra attività zootecniche montane tradizionali e presenza del lupo. Un argomento che ha molte sfaccettature e che sarebbe riduttivo semplificare a semplice antagonismo tra umani e lupi, e che è un nodo chiave per le politiche di conservazione e gestione di questa specie protetta. Insieme rifletteremo sulla coesistenza, per tutelare sia il lupo, prezioso elemento degli ecosistemi, sia le pratiche agrosilvopastorali tradizionali, patrimonio storico e culturale delle nostre montagne”.

 

L’evento, a ingresso gratuito con prenotazione su Ticketlandia, rientra tra le attività di promozione del progetto europeo LIFE WolfAlps EU, di cui il MUSE è partner.

 

TRENTO. Nella sala Thun di Torre Mirana in via Belenzani a Trento è aperta da venerdì 18 la Mostra Personale dell’artista Teresa Delaiti che rimarrà aperta fino a domenica 27 marzo.

 

Entrando alla Mostra si ha la sensazione di immergersi in ‘tavolozza’ policroma dove i colori sembrano ‘fuoriuscire’ dalle tele su cui sono stati stesi, tanto sono vivaci sia negli accostamenti che nelle figurazioni: alberi, fiori di ogni sorta, scene di vita pastorale, paesaggi noti della realtà montana dove vive l’artista, insomma un vero e proprio tripudio di tinte sature che danno una emozione vivace e allo stesso tempo sono in grado di inondarti l’anima. Questa è la sensazione che ho provato di primo acchito entrando nella sala Thun.

 

 

Anche il critico d’arte Maurizio Scudiero a proposito di questa artista, ha scritto tra l’altro:

Quella di Teresa Delaiti è una pittura di 'soglia'. Una pittura che si muove appunto sul confine tra realtà e astrazione, dove la realtà è rappresentata da forme ben riconoscibili e apparentemente banali (fiori, soprattutto) e l'astrazione da una spinta alla metamorfosi del tutto grazie a quel 'tritacarne' che è un uso disinvolto ed estremo del colore... una pratica della quale la Delaiti è ormai maestra. In effetti, il primo impatto con le sue opere produce come una specie di ‘scostamento temporale’: sembra infatti di essere piombati in pieno inizio del XX secolo e di trovarsi di fronte ad un artista 'fauve', un’artista che fa un uso ‘selvaggio’ del colore. Ma così è!”(…)

 

 

 

L’orario di apertura della Mostra – da vedere - è dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00, mentre il sabato e la domenica sarà aperta al mattino dalle 10.00 alle 12.00 e al pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00.

L’ingresso è libero ed è obbligatorio avere il Green Pass rafforzato.

 

Teresa Delaiti è nata nel 1953 a Rovereto. Ha partecipato alla Scuola del “Tempo  Libero” De Boni e Martini col prof. Umberto Savoia. Ha fatto diverse mostre  collettive e  personali.  Ad Aldeno dal 1990 in poi e per  diversi anni. . A Pomarolo, dove vive lavorando nel suo “Atelier”; a Palazzo  Libera di Villa Lagarina nel 1997, poi nel 2000 e nel 2017. Ha partecipato ad alcune collettive col Circolo Rezia a Cles e al Palazzo della Regione a Trento nel 1995 e con una mostra personale nel 2021. Rovereto nella sala Iras Baldessari nel 2018, a Casa di Antonio Rosmini dal 2017 in poi ogni anno allestisce una personale. Ha preso parte al “Premio Terzolas” nel 1988. E nel 1999 e nel 2007 a Marano di Isera.. È una nuova socia dell’UCAI Trento (Associazione Cattolica Artisti Italiani).

Frasi che contengono discriminazioni, esclusioni, molestie, rese visibili e condannate nella campagna lanciata dall’Ateneo in occasione della Giornata internazionale della donna. Manifesti appesi in questi giorni in 19 sedi dell’Università fra Trento e Rovereto, segnalibri tematici nelle biblioteche di Ateneo, volantini affissi nelle bacheche per promuovere il servizio della Consigliera di fiducia. Con la campagna #finiscequi l’Ateneo prende posizione anche sui social. La prorettrice Poggio: «Un’azione di sensibilizzazione rivolta dentro e fuori l’Ateneo».

 

©UniTrento ph. Federico Nardelli

 

finiscequi: un hashtag evocativo che richiama un impegno. Quello di rifiutare d’ora in poi ogni affermazione lesiva basata su genere, etnia, orientamento sessuale, disabilità, età, religione o altri fattori identitari. Si ispira a questo principio la campagna di comunicazione che l’Università di Trento ha lanciato all’interno delle proprie sedi accademiche e sui social istituzionali in occasione della Giornata internazionale della donna. Aule, sale lettura, laboratori e spazi comuni sono state allestite con manifesti in cui sono riportate frasi comuni, che ad una prima lettura appaiono neutre e inoffensive, ma che contestualizzate e specificate svelano discriminazioni, esclusioni, molestie. Frasi che possono causare disagio, escludere, discriminare, emarginare.

Per sensibilizzare su questo tema l’Ateneo ha ideato e stampato centinaia di locandine con una trentina di soggetti diversi, oltre a qualche migliaio di segnalibri, in distribuzione nelle varie sedi delle biblioteche universitarie. A questi materiali si aggiungono i volantini da appendere sulle bacheche con il talloncino da staccare per conservare il numero di telefono del servizio della Consigliera di fiducia di Ateneo.

La campagna – «Ma su, fattela una risata, no? Era solo una battuta! Non si può proprio più dire niente! Sono frasi che spesso si pensano o si sentono dire ad alta voce. Prestare attenzione alle parole è un esercizio complesso, quotidiano, che richiede lo sforzo di mettersi nei panni della persona a cui quella “battuta” viene rivolta – si legge nella presentazione della campagna sul sito di Ateneo alla pagina unitn.it/finiscequi – . Riflettere sulle frasi che pronunciamo, sui significati espliciti o impliciti che acquistano, è quindi una pratica indispensabile, il primo passo per costruire uno spazio di studio e lavoro inclusivo e aperto».

L’Università è una comunità, un’istituzione vocata alla formazione delle nuove generazioni, alla ricerca, alla conoscenza e al benessere lavorativo, un luogo in cui il contrasto ad ogni forma di discriminazione, il rispetto delle differenze e l’accoglienza devono trovare casa. Lo spiega la prorettrice per le politiche di equità e diversità, Barbara Poggio: «Negli ultimi anni l’Università ha lavorato in maniera significativa sul piano della parità di genere, ma anche del contrasto alla violenza e alle molestie. Ci è sembrato importante, oltre alle prese di posizione istituzionali, alle dimensioni più formali, sensibilizzare l’Ateneo e il territorio. Abbiamo pensato che una campagna di informazione potesse essere una delle risposte possibili a questa esigenza. Con questa campagna vogliamo dare un segnale forte: l’Ateneo cerca di evitare questo tipo di situazioni e invita la società tutta a porre attenzione all’uso del linguaggio».

La campagna di sensibilizzazione è un modo per svelare le discriminazioni contenute nel linguaggio quotidiano, ma anche per informare la comunità studentesca e accademica sulla possibilità di rivolgersi alla Consigliera di fiducia, una figura di supporto, interna all’Ateneo, che svolge un ruolo di ascolto e mediazione, garantendo riservatezza e anonimato. «È una figura a cui possono rivolgersi le persone che studiano e lavorano in Ateneo e che ritengano di aver subito situazioni di violenza, di molestie, di straining (stress forzato sul luogo di lavoro), di mobbing, di discriminazione. È importante che tutta la comunità accademica conosca questa opportunità. Per questo abbiamo pensato di predisporre dei volantini che vengono collocati nelle bacheche e che sono un elemento ulteriore di informazione».

 

Nella pomeriggio di ieri, gli “Orsi” della Squadra Mobile e gli agenti del Nucleo sicurezza urbana della Polizia locale di Trento hanno arrestato un cittadino tunisino di ventisette anni, perché colto nell’atto di vendere droga ad un imprenditore rumeno trentacinquenne.

 

 

Fin dalle prima ore della mattina, gli investigatori, della Polizia di Stato e della Polizia Locale, hanno messo in atto un accurato monitoraggio di piazza della Portela e delle vie limitrofe, fino ad arrivare a controllare l’andirivieni di persone dirette verso l’ingresso posteriore della stazione delle Autocorriere.

Proprio nei pressi delle autolinee, all’incirca a metà mattinata, gli agenti hanno intravisto giungere il pusher a bordo di un monopattino e fermarsi in attesa, facendo intuire che potesse un appuntamento.

 

Trascorsi alcuni minuti, si è avvicinata una macchina con a bordo il commerciante rumeno.


A questo punto i due, l’uno a bordo del veicolo elettrico e l’altro a motore, si sono diretti verso piazza Leonardo da Vinci. Arrivati nei pressi del parcheggio della piazza, il ventisettenne si è avvicinato all’autovettura ed ha consegnato tre dosi di cocaina all’acquirente, ricevendo in cambio la somma di 150 euro. Terminato lo scambio i due hanno preso strada diverse. Lo spacciatore si è diretto verso piazza della portela direzione via Pozzo, l’acquirente ha proseguito verso via della Prepositura.

 

Ma sono stati entrambi bloccati dalle pattuglie della Squadra Mobile e del Nucleo Sicurezza Urbana. Nel corso della perquisizione a cui sono stati sottoposti, indosso al trentacinquenne sono state trovate le tre dosi di cocaina appena acquistate; mentre nelle tasche del pusher sono state rinvenute una serie di banconote da 10,20 e 50 euro per un totale di 1200 euro in contanti. Il denaro e la droga sono stati sequestrati e lo spacciatore arrestato.

 

 

TRENTO. L’Università di Trento contro l’invasione dell’Ucraina. Il primo articolo del nostro Statuto dice che il nostro ateneo ha a cuore tra l’altro lo sviluppo umano, la democrazia e la dignità dei cittadini.

 

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un’azione in aperto contrasto con questi obiettivi e con i valori che ispirano la nostra comunità. Per questa ragione il Rettore, in accordo con il Senato accademico, ha deliberato concrete iniziative di solidarietà con il popolo ucraino e la sospensione di nuovi accordi bilaterali con le istituzioni legate al governo russo.

 

 

L’università è il luogo dell’incontro, del pluralismo delle idee, della crescita culturale fondata sul dialogo: è quindi con enorme rammarico che l’Università di Trento – per la prima volta nella sua storia – si trova a dover sospendere le collaborazioni con le istituzioni di un altro paese ma conferma il suo sostegno alle studiose e studiosi russi che subiscono le conseguenze di scelte indipendenti dalla loro volontà.

 

Il settore delle politiche sociali della Provincia è stato attivato per contribuire all’accoglienza dei primi richiedenti asilo provenienti dall’Ucraina”.

 

Ne dà conferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti con riferimento ai primi due nuclei familiari in fuga dal conflitto. Si tratta di sei persone, legate fra loro da vincoli di parentela e che stanno facendo tappa a Trento dove, affrontando non poche difficoltà, si sono ricongiunti con altri parenti già presenti nella nostra provincia.


“Siamo in contatto con il Commissariato del Governo ed il Comune di Trento - aggiunge Fugatti - ed abbiamo attivato anche Cinformi dal momento che ci attendiamo nuovi arrivi in Regione, in particolare donne con bambini al seguito”.

 

Inoltre oggi in piazza Dante tante la voci unanime di ferma condanna della guerra. "Sono qui in rappresentanza della Giunta provinciale innanzi tutto per portare la nostra solidarietà e vicinanza al popolo ucraino e alla comunità ucraina in Trentino. In un momento così difficile vogliamo condannare questa guerra che la Russia ha voluto scatenare: noi speriamo che possa prevalere ancora il dialogo e la mediazione, un lavoro importante è stato fatto ma non ha portato i frutti sperati". Così il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina alla manifestazione che nel pomeriggio si è svolta in piazza Dante a Trento per la pace in Ucraina.

 


Tonina ha ricordato quello che il grande politico trentino, Alcide De Gasperi, in occasione della Conferenza della pace alla fine della seconda guerra mondiale ebbe a dire, esortando alla "meta ideale della pace".

 

"Questo deve essere il lavoro anche se qualcuno lo sta disattendendo. Noi però lo vogliamo richiamare con forza ma soprattutto con convinzione, rimarcando che anche la Provincia autonoma di Trento farà la sua parte attraverso l'accoglienza e attraverso corridoi umanitari, rispondendo a chi sta soffrendo ed è in difficoltà in questo momento", ha detto ancora il vicepresidente.

 

 

È arrivato anche in Trentino il farmaco orale Paxlovid per la cura del Covid19. Nella giornata di oggi sono state consegnate alla farmacia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento 168 scatole del farmaco. La prescrizione del medicinale sarà possibile non appena entrerà in vigore la determina Aifa che ne formalizza l’utilizzo in Italia e verranno fornite indicazioni operative ai medici prescrittori. Quello arrivato oggi è il secondo farmaco orale che sarà prescrivibile non appena saranno disponibili le indicazioni di Aifa.

 

 

Paxlovid è un antivirale orale per la cura del Covid-19, è indicato per il trattamento di pazienti adulti con infezione recente da Sars-CoV-2 con malattia lieve-moderata che non necessitano ossigenoterapia e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 severo. Il trattamento con Paxlovid deve essere iniziato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e ha una durata di 5 giorni.

Le modalità per la selezione dei pazienti, per la prescrivibilità e distribuzione del farmaco saranno le stesse già stabilite per l’altro antivirale orale (Molnupiravir). La segnalazione dei casi avverrà da parte della medicina territoriale agli specialisti di infettivologia abilitati alla prescrizione. La distribuzione avverrà tramite le farmacie ospedaliere di Trento e Rovereto o i servizi di cure domiciliari del territorio.

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