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Università, il nuovo Atto d’indirizzo per il triennio 2020-2022. Approvato in via preliminare dalla Giunta provinciale.

Continuare sulla strada delle sinergie e collaborazioni sia con gli organismi di ricerca del Trentino (Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach, Fondazione HIT), sia con il tessuto economico e sociale al fine di contribuire allo sviluppo della società nelle sue varie componenti. É questo uno dei principali obiettivi stabiliti dal nuovo Atto d’indirizzo per il triennio 2020-2022 dell’Università d Trento, approvato in via preliminare dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore all’Università.

La principale novità del nuovo atto d’indirizzo è, però, l’avvio del corso di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia. Le risorse provinciali previste per finanziare il nuovo corso di laurea ammontano a 4,8 milioni di euro annui mentre l’Università di Trento garantirà un co-finanziamento di circa 1,4 milioni di euro destinato al personale. L’Atto fissa inoltre i risultati attesi, le risorse attribuite dalla Provincia e i criteri e le modalità di erogazione delle risorse e di rendicontazione delle spese. Il finanziamento ordinario provinciale, ovvero la quota base, garantito all’Ateneo per il triennio 2020-2022 ammonta a 111 milioni di euro.

Sempre per quanto riguarda la parte finanziaria alla quota base pari a 111 milioni di euro si aggiungono una quota premiale (500 mila euro annui), una quota programmatica destinata al sostegno di progetti specifici (corso di laurea medicina, Ausilia, il laboratorio di quantistica quantum@trento, DRLab ed il centro studi di geocartografico).

Infine vi è una quota per il programma di edilizia universitaria che vede nel 2023 la conclusione degli interventi avviati con i precedenti accordi, per una spesa di circa 30 milioni di euro nel periodo 2020-2023. Si ricorda che dal 2004 al 2019 sono stati mobilitati circa 308 milioni di euro.

 

 

Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico per generazioni di studenti e studentesse. Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche e preside della Facoltà di Giurisprudenza e poi rettore dell’Università di Trento dal 1990 al 1996 e dal 2010 professore emerito dell’Ateneo. Per diversi mandati era stato inoltre presidente dell’Opera universitaria. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche in città era stata nel novembre del 2014 quando, avendo lasciato da poco la guida dell’ente per il diritto allo studio, aveva ricevuto l’Aquila di San Venceslao dalla Giunta provinciale. Alle espressioni di stima e riconoscenza nei suoi confronti, aveva replicato: «Ho passato in Trentino molti anni, tutti dedicati agli studenti: sono loro la vera università». Con la scomparsa oggi a Trento di Fulvio Zuelli se ne va un personaggio di rilievo per la storia dell’Università di Trento e per lo sviluppo del dialogo con la città.

Nato a Reggio Emilia, ma trentino di adozione, Zuelli ha avuto, infatti, un ruolo attivo nell’intessere rapporti di conoscenza reciproca e di collaborazione con la comunità locale e nel far incontrare ateneo e città in anni in cui diffidenze e tensioni erano palpabili. Parlava con entusiasmo e orgoglio della trasformazione che aveva portato Trento a essere più aperta alle istanze studentesche, più bella negli arredi, più funzionale nei servizi. C’è chi ricorda la sua soddisfazione alla consegna delle prime biciclette universitarie, un’iniziativa che anticipò tanti altri progetti di mobilità sostenibile che sarebbero seguiti. Chi l’ha conosciuto descrive il suo tratto gentile, signorile, sobrio, la sua pacatezza, la capacità di ascolto, la sua dedizione al bene dell’istituzione.

«Con Fulvio Zuelli ho avuto fin da subito un rapporto positivo e cordiale» ricorda il rettore Paolo Collini. «Arrivato a Trento da poco, ero entrato nel consiglio dell’Opera universitaria ai tempi in cui lui era presidente, nei primi anni duemila. Da allora abbiamo collaborato su vari temi ed è maturato un rapporto anche personale. Senza dubbio l’Università di Trento gli deve molto. Durante il suo rettorato l’Ateneo è cresciuto, si è sviluppato e si è aperto alla comunità locale. Lui con l’Università aveva un rapporto speciale che ha mantenuto anche dopo la fine del suo mandato. Era sempre attento, vigile. Seguiva la vita dell’università quasi come un nonno, a distanza ma sempre presente, senza mai essere invadente, con grande rispetto. Il suo interesse era genuino. Teneva all’istituzione, al suo prestigio, alla sua reputazione. Aveva a cuore il suo futuro. Era una persona vivace, sempre attiva e dinamica anche se molto riservata. Ho seguito con tristezza i suoi ultimi anni, quando la salute lo stava abbandonando. Rimane nel ricordo di tanti di noi che lo hanno conosciuto e apprezzato. E nella storia dell’Università di Trento».

«Fulvio Zuelli è stato il protagonista di un pezzo importante della vita dell’Università di Trento» gli fa eco Daria de Pretis, chiamata alla Corte costituzionale durante il suo mandato di rettrice dell’Ateneo. «Lo ricordo come direttore del Dipartimento, preside della Facoltà di Giurisprudenza, rettore per due mandati e presidente dell’Opera universitaria, sempre impegnato nella cura degli interessi dell’istituzione e particolarmente attento alle persone, fossero i colleghi o il personale amministrativo, e soprattutto agli studenti. Ne ricordo il tratto straordinariamente garbato e l’attitudine innata alla composizione e alla ricerca della concordia in tutti i contesti». Riprende: «I miei ricordi personali del professor Zuelli si affollano in questo momento molto triste.

Per quasi quarant’anni è stato per me un mentore e un amico. Ci siamo conosciuti a Bologna quand’ero appena laureata e ho vissuto con lui i primi anni pionieristici e poi lo sviluppo della Facoltà di Giurisprudenza a Trento. Ricordo la sua vicinanza affettuosa e il suo sostegno nel momento in cui ho assunto a mia volta la carica di rettore; ricordo, dei suoi ultimi anni in Università, il giusto orgoglio con cui mi fece visitare il magnifico complesso di San Bartolameo che, come presidente dell’Opera, volle con forza e realizzò mirabilmente».
Fulvio Cortese, attuale preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo, commenta: «Non abbiamo perso soltanto un autorevole emerito e uno stimato rappresentante della nostra comunità, ma abbiamo perso soprattutto un esempio di dedizione istituzionale e di dialogo».

 

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Scheda

Fulvio Zuelli era nato a Reggio Emilia il 4 novembre 1941 e si era laureato all’Università di Bologna.
Aveva iniziato la sua carriera accademica nel 1971 alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna. Per molti anni aveva collaborato alle attività della Scuola di perfezionamento in scienze amministrative dell’Università di Bologna.

Nel corso dei propri studi si era prevalentemente dedicato a tematiche attinenti ai profili istituzionali ed organizzativi della pubblica amministrazione, oltre che allo studio di problemi riguardanti il diritto pubblico dell’economia, con particolare attenzione per l’attività imprenditoriale pubblica.

Era arrivato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento nel novembre 1984 quale titolare del corso di Istituzioni di diritto pubblico. Qui era stato anche direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche (dal 1987 al 1990) e preside della Facoltà di Giurisprudenza (dal 1 novembre 1989). Il 5 giugno 1990 era stato eletto rettore dell’Università di Trento per il triennio 1990/1993. Tale mandato era stato rinnovato il 2 giugno 1993 per il triennio 1993-1996.

Era stato membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Caritro nonché di quello della Fondazione Pezcoller. Nel 1993 gli è stata conferita l’onorificenza di commendatore della Repubblica italiana e nel 1995 è stato insignito con quella di grande ufficiale al merito della Repubblica italiana. Nel 1997 era stato nominato presidente del consiglio d’amministrazione dell’Opera universitaria della Provincia autonoma di Trento. Tale carica gli era poi stata rinnovata, tanto che aveva ricoperto quel ruolo fino al 2014.

Gli era stato conferito il titolo di professore emerito il 24 novembre 2010, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. Con questa motivazione: «Accanto ai meriti scientifici che risultano dal suo curriculum, ed ai meriti didattici sempre confermati da più che elogiative valutazioni degli studenti, desideriamo ricordare che Zuelli ha avuto un ruolo importante nella concreta attivazione della nuova Giurisprudenza, e più in generale nella vita del giovane ateneo trentino, sin dal 1984, quando da Bologna è passato a Trento. Ha svolto tutte le sue funzioni, da professore a rettore, in modo efficace ma sobrio e misurato, attento solo al bene dell’istituzione a lui affidata e della comunità che all’istituzione dà vita. I problemi, esterni o interni, che mano a mano sorgessero hanno sempre trovato attraverso di lui, dopo un ascolto attento, le migliori soluzioni possibili. Le stesse caratteristiche di capacità di comprensione, equilibrio e pacatezza hanno sempre fatto di lui un fondamentale punto di riferimento nella vita della nostra facoltà, anche al di fuori dei compiti istituzionali. Ci sembra dunque che la proposta di conferimento della qualifica di professore emerito potrebbe bene esprimere la gratitudine che la facoltà sente – e nella facoltà anche noi sentiamo – per il grande contributo che Zuelli ha dato al suo sviluppo e al suo funzionamento».

Nel 2014, infine, aveva ricevuto l’Aquila di San Venceslao

 

Nomine CDA Federcoop: Monfredini vicepresidente vicario ( e referente coop sociali e abitazione), Preghenella (coop lavoro e servizi) ed Odorizzi (coop agricole)

 

Federazione, primo cda presieduto da Roberto Simoni. Nominati vice ed esecutivo.  Nella prima seduta del consiglio di amministrazione nominato dall’assemblea del 31 luglio nominati i componenti del comitato esecutivo e i vicepresidenti. Italo Monfredini è il nuovo vicepresidente vicario e referente per le cooperative sociali, Germano Preghenella vice per le cooperative di lavoro e servizi, Adriano Orsi per il credito, Michele Odorizzi per le agricole e Paola Dalsasso per il consumo. Nominato anche il comitato esecutivo.

Prima riunione oggi del nuovo consiglio di amministrazione eletto dai soci nell’assemblea dello scorso 31 luglio. La seduta non si è svolta nella sala consiglio al sesto piano della sede di via Segantini, ma in sala congressi, per rispetto del distanziamento previsto dalle norme anticontagio.

È stata una riunione importante – ha dichiarato il presidente Roberto Simoni – un confronto corretto, tutto è andato molto bene. In questo mese ho avuto modo di conoscere le problematiche nei vari settori, ed ho trovato nei consiglieri una grande voglia di mettersi al lavoro e di produrre qualcosa di concreto a vantaggio di tutte le cooperative che ci hanno dato fiducia e che si aspettano molto dal nuovo consiglio di amministrazione e dal sottoscritto”.

L’organismo di governo ha nominato i vicepresidenti e il comitato esecutivo, su proposta del presidente Roberto Simoni.

Vicepresidente vicario e referente delle cooperative sociali e di abitazione è Italo Monfredini (Spes), e si confermano alla vicepresidenza Germano Preghenella (Multiservizi) per le cooperative di lavoro e servizi, e Michele Odorizzi (Melinda) per le coop agricole.

Nuove le nomine di Paola Dalsasso (Famiglia Cooperativa Val di Fiemme) vice del settore consumo e di Adriano Orsi (Cassa Rurale Alta Vallagarina) referente per il credito.

Nel comitato esecutivo sono stati nominati, oltre al presidente Roberto Simoni e al vice vicario Italo Monfredini (di diritto), Luca Rigotti (Mezzacorona), Francesca Broch (Famiglia Cooperativa Primiero), Claudio Valorz (Cassa Rurale Val di Sole) e Steno Fontanari (Mpa Solutions).

Il consiglio ha anche confermato i compensi dei suoi componenti allo stesso livello della precedente consiliatura.

Per info sui componenti del Consiglio

 

 






 



 

In merito alla gestione degli anziani nelle RSA il vaso è colmo. Vedere i giocatori di calcio abbracciarsi, esultare e baciarsi oppure assistere alla schizofrenica gestione delle discoteche e delle movide con l’ovvia impossibilità di garantire le distanze e protezioni da contagio lascia l’amaro in bocca.

Si sta assistendo purtroppo ad una ghettizzazione ed una clausura forzata che sta portando velocemente gli anziani a lasciarsi andare per un gravissimo senso di abbandono. Dall’altra è prevedibile un fuggi fuggi da un servizio che è diventato un sistema quasi carcerario con l’ovvia conseguenza di possibili fallimenti economici delle strutture.

E’ in atto un volontario allontanamento sia da parte degli utenti spaventati di essere relegati in uno spazio confinato senza speranza sia del personale infermieristico e degli Oss.
Operatori ai quali è applicato un contratto diverso molti diverso da quello del settore sanitario. Unn contratto che potrebbe definirsi punitivo sugli aspetti mansionari e su quelli economico/salariali.

Per questi motivi è prevista una pacifica manifestazione il giorno 01 settembre 2020 ad ore 11.00 davanti la alla RSA di Via della Malpensada 156 in San Bartolomeo a Trento.
Durante la manifestazione alla quale parteciperanno numerosi membri della società civile territoriale interverranno Filippo Degasperi, Consigliere provinciale di Onda Civica Trentino, Renzo Grosselli, storico e giornalista oltre ad Andrea Maschio , Marco Santini e Paolo Negroni, Consiglieri comunali di Onda Civica Trentino.

In un momento in cui la stessa OMS dichiara che ci aspettano almeno altri due anni di emergenza riteniamo indispensabile procedere immediatamente senza indugio a predisporre soluzioni diverse per il contatto degli ospiti con i parenti e per questo esporremo le nostre considerazioni e spiegheremo le nostro proposte.

 

Aperta dalle 6.00 la sala operativa per l’inizio dell’anno scolastico. In piazza Dante, nella sede della Provincia autonoma di Trento si sta vigilando attentamente sulla sicurezza delle 350 scuole e dei 70 mila studenti trentini che in queste ore stanno rientrando in classe per un nuovo anno scolastico. In Sala Fedrizzi si sono riuniti stamani i responsabili dei Vigili del fuoco, presente il presidente della Federazione dei volontari e poi il Servizio Gestione strade, Trentino Trasporti, Dipartimento istruzione ed Azienda sanitaria per garantire il presidio sulla ripresa delle lezioni a sei mesi dal lockdown imposto dalla pandemia Covid-19.

Il compito della sala operativa – spiega De Col – è di controllare gli accessi alla città, verificare i flussi dei passeggeri alle stazioni, gli assembramenti alle fermate dei bus e gli ingressi alle strutture scolastiche. Inoltre, ed è il compito principale, caso di emergenza sanitaria riusciamo a garantire il miglior coordinamento con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari”. Poco dopo le ore 7 ha fatto visita anche il commissario del Governo, Sandro Lombardi, e quindi l’assessore all’istruzione che hanno voluto accertare di persona l’attività: “In questi mesi – ha commentato il commissario – tutte le istituzioni hanno lavorato in Trentino per garantire l’apertura in sicurezza della scuola. Il monitoraggio di oggi serve a verificare le reali esigenze ed eventualmente a migliorare ancor più il servizio”.

Stamani le campanelle delle 350 scuole hanno annunciato la riapertura delle lezioni a oltre 70 mila studenti. Sei mesi fa, la diffusione della pandemia Covid-19 aveva portato alla chiusura degli istituti e alla sospensione delle lezioni in presenza. Oggi la scuola trentina ritorna alla normalità in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2020/2021. Si tratta di un “ritorno alla normalità” particolare, fatto di norme di prevenzione stringenti (distanziamento, accesso alle aule scaglionato, mascherine, banchi singoli e ricreazioni controllate), oltre ad un trasporto pubblico limitato per numero di passeggeri. Sullo sfondo ci sono i protocolli da adottare nel caso di febbre o sospetti casi di contagio da Covid-19, con l’isolamento dell’alunno o del docente, piuttosto che del personale scolastico.

A vigilare sulla articolata ripresa delle lezioni, la Provincia autonoma di Trento ha mobilitato la Protezione civile con una sala operativa allestita in piazza Dante. Stamani all’alba, la sala operativa è stata aperta e i maxischermo hanno iniziato a trasmettere le immagini dei punti sensibili della città: scuole, stazione ferroviaria, fermate bus, principali vie di accesso alla città. Attorno al grande tavolo si sono riuniti i rappresentanti di tutte le strutture coinvolte nel monitoraggio: Protezione Civile, Servizio Strade, Trentino Trasporti , Dipartimento istruzione e Azienda per i servizi sanitari, con la presenza del Commissario del Governo, Sandro Lombardi e del presidente della Federazione dei vigili del fuoco volontari, Tullio Ioppi.

Una grande operazione di controllo e verifica – conclude De Col – perché la priorità va alla sicurezza e alla salute dei nostri giovani e di quanti si adoperano per far funzionare la scuola”. La sala operativa rimarrà attività per l’intera giornata di oggi. Il primo bilancio arriverà nel pomeriggio, quando si capirà se la macchina organizzativa ha dato i risultati sperati.

Nuove disposizioni per la ripartenza sono previste dall'ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento.

Nel documento vengono definite le linee guida per lo svolgimento dei servizi socio educativi pubblici e privati dedicati alla prima infanzia e alle scuole dell’infanzia (dalla rilevazione della temperatura corporea alla gestione di eventuali casi sospetti, senza dimenticare distanziamento e ricambi d'aria), oltre che per la partecipazione del pubblico agli eventi sportivi e dei fedeli alle celebrazioni liturgiche che si svolgono nelle chiese di culto cattoliche.


 

Il presidente ha stabilito inoltre che, a partire dal 3 settembre, anche i bambini nella fascia di età 3-6 anni che fruiranno del servizio di trasporto pubblico locale, dovranno indossare la mascherina durante il viaggio.

Il dispositivo di sicurezza è obbligatorio inoltre per tutte le persone presenti nel raggio di 50 metri dal punto di ingresso/uscita degli edifici scolastici, religiosi e degli impianti sportivi nelle occasioni in cui si può formare un assembramento, ad esempio al momento dell’entrata o dell’uscita di alunni e studenti.

 

In allegato l'ordinanza:

 

Dopo il parere positivo dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca sul progetto del nuovo corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, passaggio necessario per l’apertura delle procedure di selezione per l’ammissione di studenti e studentesse, oggi il Ministero dell’Università e della Ricerca ha apposto il proprio sigillo. Soddisfazione dell’Università di Trento con il rettore Paolo Collini e il presidente del consiglio di amministrazione Daniele Finocchiaro, e della Giunta provinciale di Trento per voce del presidente

 

Medicina a Trento da oggi è una realtà. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha posto il proprio sigillo dopo il lungo percorso con il quale il Consiglio Universitario Nazionale (Cun) aveva espresso parere positivo all’istituzione della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia e l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) aveva accreditato prima il corso di studio e poi la sede. Date e contenuti dei bandi di ammissione per l’anno accademico 2020-2021 sono stati fissati da un decreto ministeriale.


«È il risultato dell’efficace collaborazione che abbiamo instaurato con l’Università di Verona e che ha portato alla nascita di una Scuola di Medicina federata.

Da soli non saremmo riusciti a elaborare un progetto di così alto profilo» commenta Paolo Collini, rettore dell’Università di Trento. E aggiunge: «Decisivo è stato anche lo sforzo organizzativo e l’impegno dell’Ateneo di Trento per far decollare l’iniziativa già dall’anno accademico 2020-2021 senza per questo mettere in difficoltà altre aree disciplinari. Vogliamo fare la nostra parte con responsabilità e competenza a favore della salute e del territorio».



Daniele Finocchiaro, presidente del consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, esprime una grande soddisfazione per quanto è stato realizzato e un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato al progetto. «C’è soddisfazione perché intorno a un progetto di questa valenza si è ricompattato tutto il territorio trentino riconoscendo la centralità dell’Ateneo. Sono certo che anche con questo corso di studio l’Università di Trento confermerà le caratteristiche di dinamicità e innovazione che la contraddistinguono, offrendo un percorso multidisciplinare fondato sui propri dipartimenti di eccellenza e sulle competenze del proprio personale tecnico-amministrativo».



Il corso di studio in Medicina e Chirurgia si potrà attivare già a settembre anche grazie al forte stimolo e all’impegno della Provincia autonoma a sostenere a regime, con un finanziamento permanente, gli oneri aggiuntivi necessari alla realizzazione del programma e a integrare il progetto nel proprio sistema sanitario.



«Abbiamo tutti ricevuto un’eredità importante da chi tanti anni fa ha visto nella creazione dell’Università una delle leve strategiche per l’emancipazione del Trentino» ha commentato il presidente della Provincia autonoma di Trento. «Ora dobbiamo essere all’altezza del sogno kessleriano e convinti che una scommessa così ambiziosa come la scuola di medicina possa essere vinta con l’impegno e la determinazione di tutti».



«L’emergenza Covid 19 è stata una maestra molto severa. Da questa esperienza dobbiamo imparare ad affrontare sfide nuove con nuove soluzioni – hanno aggiunto gli assessori provinciali all’università e alla salute. «La centralità della salute e di tutto quanto vi ruota attorno è emersa con forza, a partire dalla formazione. Ci accingiamo a percorrere una strada impegnativa, ma è la strada giusta».

In allegato il comunicato stampa congiunto UniTrento/Pat.

 

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