STORO. Ripartita anche quest’anno l’esperienza della Casa alpina don Vigilio Flabbi a Faserno di Storo. Struttura intitolata al celebre sacerdote che la volle per la ricreazione estiva delle giovani generazioni nel lontano 1963 allorquando, in veste di cappellano, c'era il compianto don Ezio Marincoz.
L’anno prossimo saranno 60 anni di ininterrotta gestione dell’attività a cura della Parrocchia San Floriano e dell’oratorio parrocchiale. Il tutto condiviso e portato avanti tra la stessa Parrocchia e gruppo “Noi Storo” APS, ossia Associazione dell’oratorio storese. La direzione prepara da tempo i quattro turni per ragazzi e giovani dai 6 ai 16 anni e domenica scorsa è iniziato appunto il primo turno che ospita oltre 50 ragazzi e una decina di animatori. Un andirivieni su Storo Alta che nel suo complesso comprende oltre 200 giovani di Storo, della Valle del Chiese e Vallesabbia.
Come per l’anno scorso il primo turno risulta diretto da Flora Del Fabbro, il secondo da Laura Ferrari, il terzo da Gianmarco Donati e infine il quarto, per gli adolescenti, dalla new entry Angelica Pasi. Tutte persone formate nell’ambito del folto gruppo animatori dell’oratorio che promuovono durante tutto l’anno una formazione specifica per preparare al meglio la quarantina di animatori a questo importante compito educativo.
Dario Gelmini animatore e promoter delle iniziative parrocchiali :“Quattordici giorni concatenati da trascorrere in un clima di autentica amicizia, immersi nella natura delle nostre montagne ma in un clima familiare che prende il cuore e l’anima di tutti i partecipanti stringendolo in una calorosa presa che dura per anni. Molti i figli di genitori che in epoche diverse sono già stati a Faserno e che ne conservano un ricordo positivo per la loro crescita indelebile”.
Ad ogni inizio turno si tiene il pranzo comunitario di tutti i genitori e della direzione dove si condivide la tradizionale polenta carbonera all’ombra e riparati dalla grande nuova tettoia realizzata nel corso del 2020.
Ancora Gelmini e donna Mariella peraltro moglie e assessora: “Non vanno di certo dimenticati tutti i volontari che avendo trascorso lassù negli anni ‘60/’70/’80 e seguenti ritornano volentieri a dare una mano nelle manutenzioni e nelle predisposizioni primaverili degli ambienti e dei dintorni con pulizia dei prati e sentieri e predisposizione della Casa Alpina, piccoli interventi di manutenzione ordinaria e a volte anche straordinaria.
Un grazie anche all’arciprete don Andrea Fava che segue con entusiasmo particolare la Colonia Alpina recandovi due volte alla settimana per far visita ai ragazzi, celebrare la messa e portare i saluti anche semplicemente passando nelle sue numerose salite in montain bike”.