Privilegi, diritti e doveri nella gestione del bene pubblico
L’Assemblea Generale del 30 aprile, che all’unanimità ha approvato il bilancio sociale del CEIS, ha dato avvio alla pratica di ristorno di oltre 463 mila euro che tutti i soci del Consorzio si vedranno accreditare già nella prossima bolletta.
Essere cooperativa elettrica nelle Giudicarie, particolarmente nei tempi della pandemia dove la questione sociale è divampata, ha significato anche questo: immettere direttamente sul territorio oltre 1 milione di euro tra sconti e ristorni in bolletta, borse di studio, erogazioni liberali e donazioni; riversare poi, indirettamente sul territorio, pari somme con lavori di salvaguardia, rifacimento, manutenzione e tutela delle infrastrutture, ricerca e sviluppo di nuove fonti di energie rinnovabili e di nuove opportunità per la sopravvivenza e la crescita delle Giudicarie; il risparmio del 30% del costo in bolletta solo nell’ultimo anno.
Essere cooperativa per questa valle, da oltre cent’anni, da quel sempre più lontano 1905, quando 120 uomini decisero di portare la luce e la forza motrice elettrica dove non c’era utilizzando una risorsa naturale, l’acqua, e fondarono a Tavodo di Stenico il Consorzio Elettrico delle Giudicarie, una società che negli anni, con la forza della vera cooperazione di una valle, ha significato avviare un processo di sviluppo economico delle Giudicarie tutte senza il quale oggi, anziché parlare di nuove sfide tecnologiche, staremmo ancora affrontando il disagio dello spopolamento.
Motivo per cui, proprio nei giorni dell’Assemblea Generale del Consorzio elettrico industriale di Stenico, non avremmo mai voluto leggere nel verbale di deliberazione n. 9 del 27 aprile 2021 del Consiglio Comunale di Stenico, (LINK), che all’unanimità nega la possibilità di Concessione per l’utilizzo dell’acqua di supero dell’acquedotto comunale per aumentare la produzione propria di energia del Consorzio a scapito di quella che il Consorzio è costretto ad acquistare dalla rete con costi maggiorati per soci e utenti, questo: “Considerato che l’intervento promosso da un soggetto privato (n.d.r. il CEIS), sfrutterebbe una risorsa pubblica senza alcun beneficio diretto per la Comunità di Stenico”. Un’affermazione falsa a meno che la Comunità di Stenico e il suo Consiglio si denuncino esonerati dai benefici di cui godono, a partire dai ristorni che i loro stessi delegati hanno approvato il 30 aprile.
Importante ricordare chi siamo e da dove siamo partiti per comprendere non solo i diritti ma anche i doveri che hanno permesso a tutti noi, nei decenni, di mantenere benefici e privilegi e che, per continuare a esistere, hanno, oggi più che mai, necessità di cercare nuove risorse e nuovi campi di applicazione. Lo sforzo attuale della Provincia, di tutta la Giunta, particolarmente nella persona di Mario Tonina, che abbiamo la fortuna e il privilegio di aver avuto alla Presidenza del nostro Consorzio, va proprio in questa direzione.
Sapevano bene i fondatori della nostra Cooperativa elettrica nel 1905 che il percorso sarebbe stato lungo e accidentato. Lo hanno saputo tutti i soci che nel tempo hanno dovuto mettere mano alle tasche per pagare turbine, tubi, centrali, ricerche per risanare i debiti contratti per l’avvio dei lavori. Lo hanno saputo così bene che hanno costruito uno Statuto blindato nella mutualità di tutti i Comuni che ne facevano parte, uno Statuto che ha permesso nei decenni di mantenere al fianco, prezioso da sempre, l’appoggio illuminato della Provincia di Trento, di trovare nuova acqua per far muovere mulini e poi accendere ferri da stiro e poi elettrodomestici e poi fabbriche e poi di utilizzare il sole quando di acqua sembrava non essercene più abbastanza e, ancora oggi, nuove fonti e ancora nuova energia, ma non solo, perché i bisogni cambiano e con essi le opportunità.
L’ha saputo il Consorzio delle acque irrigue, a partire dagli anni ’50, quando ha deciso di donare l’acqua di supero. Lo hanno saputo, quei primi uomini, quando hanno messo a disposizione terreni propri per far spazio alle strutture, quando hanno dovuto spostare la sede del Consorzio da Stenico a Ponte Arche, quando hanno proposto un nome e un nuovo logo, quando hanno rinunciato a contratti e richieste di approvvigionamento di energia da parte di soggetti che avrebbero privato della disponibilità necessaria i soci, quando, solo pochi anni dopo la sua nascita, alla fine della prima guerra mondiale, sono state avviate pratiche di espulsione per soci e prole che andavano contro il principio della mutualità, cioè dell’interesse privato a scapito del bene comune.
Quegli uomini avevano bene imparato la lezione di Don Lorenzo Guetti, che avvertiva nel suo Testamento spirituale “Importanza di sommo grado è quella di trovare nelle nuove direzioni sempre uomini simili ai primi per giustizia, disinteresse e amore per il bene comune.
Uomini che vogliono il bene della società dimenticando il ben proprio individuale e qualsiasi altro fine secondario” e poi ancora “Sulla nostra bandiera rifulgerà a parole d’oro il motto: uno per tutti e tutti per uno e le mani che si stringono assicureranno quella fiducia che nessuno tradirà”. Quegli uomini tradussero questi principi negli articoli 5 e 10 dello statuto del CEIS che divennero le clausole di ammissione e di esclusione dei soci del consorzio elettrico della nostra comunità, delle Giudicarie tutte.
Nemo profeta in patria recitavano i Vangeli: ma la porta della Cooperativa resta comunque aperta a tutti i soci.