Se ne è andato Tomaso Iori, una persona delle Giudicarie Esteriori molto apprezzata e stimata. A darne ieri notizia sulle pagine di facebook per ringraziarlo della sua preziosa attività il Sindaco di Bleggio Superiore Flavio Riccadonna:
«Caro Tomaso, proprio martedì ti avevo ringraziato per il video che mi avevi inviato sugli antichi mestieri e tradizioni del nostro Bleggio. Una delle tue ennesime “perle” che solo tu riuscivi a scovare per arricchirci della nostra storia locale.
Mi mancherà il tuo saluto con annesso video di ogni domenica mattina, mancherà la tua presenza al museo della scuola di Rango, che tu hai ideato e che ormai da anni era la tua seconda casa, e che proprio il mese scorso ci siamo confrontati su come valorizzarlo. Mi mancheranno le tue sempre gradite visite in Comune, mai per qualche esigenza personale, o richiesta particolare, ma sempre con l’intento di testimoniare, custodire e trasmettere la nostra storia, di cui sei stato il nostro umile e straordinario custode.
Con la tua caparbietà ed infinita passione sei riuscito, meglio di tutti, a trasmetterci e farci comprendere le nostre origini e le nostre tradizioni.
Ora ci hai consegnato il testimone e una grande responsabilità, che ti prometto cercheremo di farne tesoro.
Grazie per questo inestimabile dono. Ciao Tomaso, riposa in pace».
Una persona speciale, con una sensibilità non comune che traspare anche dalla presentazione che lui stesso aveva fatto per promuovere la scuola di Rango.
«Sono Tomaso (con una emme sola). Nella vita ho avuto la fortuna di fare tanti lavori, girovagando l’Italia. Ora vivo al Bleggio, dove i miei genitori erano nati. Sono una persona curiosa. Mi piace osservare. Ho imparato più cose a guardare che a studiare. Guardo e comprendo. Storie minime che ricerco nei frammenti. Piccoli pezzi dove sono custodite storie vere. I frammenti sono come il nostro DNA, il nostro codice genetico, il codice della vita. Contengono e svelano testimonianze del nostro passato. Come quelle che conservo nel Museo della Scuola che ho allestito a Rango. Questo piccolo museo è nato quasi per caso vent’anni fa. Per la sagra di Rango avevo fatto la mostra Ricordi di scuola raccogliendo foto di vecchi alunni. La gente è venuta, si è commossa. Mi ha donato i suoi ricordi, per non farli scomparire. Il Museo prolunga la vita dei ricordi. L’ho allestito in una vera scuola di campagna degli anni Trenta. Due vecchie aule che raccontano la storia reale vissuta tra i banchi da ragazzi e insegnanti. Mi emoziona sempre l’incontro delle persone che vengono in visita. Anche loro si emozionano, e la loro emozione si trasmette alle cose, all’ambiente. Si ritrovano ancora fanciulli, vivono un momento di vera intimità con loro stessi. Si avvicinano con pudore ad epoche in cui la storia con la S maiuscola segnava profondamento anche la vita tra le aule scolastiche. I ragazzi amano fare le prove di scrittura con il calamaio. Un’esperienza fuori dal loro tempo. Il Museo della Scuola è un luogo vivo. Vedo la nostalgia sui volti delle persone di una certa età che vengono a visitarlo. Mi sorprendono la meraviglia e l’interesse che i ricordi suscitano nei giovani. Mi emoziono pensare che un piccolo Museo è capace di renderli più attenti e curiosi. Perché è proprio vero. Da tante testimonianze c’è ancora la possibilità di "imparare" tante di quelle cose».
Grazie Tomaso, buon viaggio.