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L’Autonomia è buona amministrazione, responsabilità e va rafforzata assieme” : il messaggio del 5 settembre. In Sala Depero ieri il presidente della Provincia assieme ai rappresentanti delle istituzioni trentine e altoatesine

 

L’Autonomia è “responsabilità” e va rafforzata attraverso “un’alleanza” assieme agli altri territori, prima di tutto l’Alto Adige-Südtirol, nonché ai cittadini, alle forze sociali ed economiche. Perché lo speciale autogoverno del Trentino, nato dall’intuizione degasperiana e condiviso con la vicina Provincia di Bolzano, è “un’eredità da conservare e attualizzare” e vive di “relazioni, collaborazioni e intese” tra i vari livelli istituzionali.

Lo Stato centrale - con il quale i rapporti nei mesi più duri della pandemia sono stati difficili, ma nei cui confronti l’Autonomia ha “resistito” dimostrando la validità delle scelte e delle azioni svolte - e l’Europa, che ha mutato i paradigmi dimostrando una rinnovata e diversa sensibilità territori, come dimostra anche il progetto del Pnrr.

È questo il messaggio rivolto dalla massima carica dell’Amministrazione provinciale in occasione della Giornata dell’Autonomia. Presenti alla cerimonia ufficiale nel 75/esimo della firma degli accordi di Parigi tra de Gasperi e Gruber, assieme al presidente della Provincia autonoma di Trento, il suo omologo e governatore altoatesino, il presidente del consiglio provinciale, il presidente del consiglio delle autonomie, numerosi sindaci, autorità, rappresentanti della società civile, dell’università e del mondo dell’economia.

 

 

In una Sala Depero gremita per l’occasione, l’Amministrazione provinciale ha voluto sottolineare come la valorizzazione dell’Autonomia speciale del Trentino, d’intesa con l’Alto Adige-Südtirol e nella “casa comune” della Regione, sia un percorso in movimento.

Deve certamente proseguire l’azione per promuovere adeguatamente la cultura dell’autonomia e far crescere la consapevolezza dei cittadini, attraverso azioni nel mondo della scuola e dell’educazione alla cittadinanza.

Ricordando “il grande movimento di popolo” che fu l’Asar, l’Associazione studi autonomistici regionali, che nel dopoguerra portò una mobilitazione decisiva nei momenti in cui si definiva lo Statuto autonomistico e si ponevano le basi costituzionali della nostra Autonomia, la comunità trentina ha il dovere di “essere all’altezza” proprio di quella “vitale tensione per la partecipazione rivolta al bene comune”. Mantenendo vivi i principi connessi all’intuizione degasperiana: autogoverno come responsabilità, buona amministrazione, intese e relazioni con gli altri territori.

Con l’Alto Adige-Südtirol il confronto che abbraccia gli sviluppi all’impostazione dello Statuto negli ultimi 50 anni può certamente proseguire. Gli spazi condivisi e gli strumenti non mancano. La Regione, “spazio di azione comune e strategica”, Eusalp, il Gect Euregio che giunto ai 10 anni vede la riforma del suo assetto istituzionale. Ci saranno poi tre fondamentali tappe di elaborazione assieme agli altri territori e al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, a Vienna, Roma e infine Bruxelles, per evidenziare la dimensione reciproca e internazionale che riveste l’Autonomia speciale.

La Giornata dell’Autonomia, è stato infine sottolineato, è l’occasione per festeggiare la firma dell’accordo internazionale che ha posto solide basi per il futuro del Trentino.

Durante la cerimonia tra i vari interventi la lectio del docente universitario Fulvio Cortese dal titolo “Autonomia e buona amministrazione: l’attualità di un nesso imprescindibile”.

Da parte dell’Amministrazione provinciale il ringraziamento al prefetto Sandro Lombardi, già commissario del governo per il Trentino, a cui è stato conferito il riconoscimento dell’Aquila di San Venceslao. Per “la sensibilità e particolare professionale” dimostrata nel suo incarico e per aver valorizzato “il principio della leale collaborazione che è il cuore del rapporto tra istituzioni a vari livelli”.

È tutto pronto a Trento a meno di una settimana dall’inizio dei Campionati Europei di Ciclismo su Strada – Trentino 2021. Con 1.100 atleti iscritti, record per la rassegna continentale, di cui oltre 800 attesi protagonisti in gara, e 39 Nazioni coinvolte (ma Bosnia e Turchia potrebbero aggiungersi nelle prossime ore), gli Europei andranno a coronare una stagione ciclistica senza precedenti in Trentino, che solo pochi giorni fa ha vissuto un’ulteriore ribalta internazionale con il grande successo dei Mondiali MTB in Val di Sole. Le ultime novità sulla rassegna continentale in programma dall’8 al 12 settembre sono state svelate stamani nella conferenza stampa di presentazione in Sala Depero.

 

Conferenza Stampa Campionati europei di ciclismo su strada [ Foto Matteo Rensi Archivio Ufficio Stampa]

L’assessore allo sport e turismo della Provincia autonoma di Trento ha fatto gli onori di casa insieme all’amministratore delegato di Trentino Marketing, Maurizio Rossini. Secondo l’esponente della Giunta provinciale, i Campionati europei di ciclismo su strada rappresentano una grande opportunità per la città capoluogo e per l’intero territorio provinciale. Un appuntamento che arriva a conclusione di una stagione estiva da incorniciare, che dimostra quanto il Trentino sia apprezzato dagli amanti della bicicletta. "Il grande percorso effettuato dal Trentino nel mondo dei grandi eventi e delle due ruote ci ha dato non solo risultati importanti sui flussi turistici, ma ci ha permesso di far arrivare il più importante evento ciclistico mai realizzato sul nostro territorio. Quello di Trento si annuncia un Europeo dei record, sul fronte della partecipazione come su quello della visibilità", ha dichiarato l’Ad di Trentino Marketing Maurizio Rossini.

Fra gli altri, hanno preso parte alla conferenza stampa Agata Lang, membro della Commissione Strada dell’Unione Ciclistica Internazionale, il sindaco di Trento con l’assessore al turismo e l’assessore allo sport, il presidente dell’Apt Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi Franco Aldo Bertagnolli, il presidente del Comitato Trentino della Federazione ciclistica italiana Giovannina Collanega, il presidente di Trentino eventi sport Renato Villotti, il direttore organizzativo degli Europei Trentino 2021 Maurizio Evangelista, il vice questore vicario Luigi di Ruscio e il responsabile del Dipartimento protezione civile e fauna della Provincia autonoma di Trento Raffaele De Col.

La conferenza ha offerto l’occasione per svelare il parterre d’eccezione atteso al via dei Campionati europei, che conterà su grandi nomi come Tadej Pogačar, Peter Sagan, Remco Evenepoel, Filippo Ganna e Annemiek Van Vleuten, e presentare la copertura Tv da record che porterà le splendide immagini del Trentino nelle case dei telespettatori di tutta Europa. Con 71 Paesi collegati, i Campionati europei 2021 hanno già superato il record delle scorse edizioni, e puntano a battere il risultato dei 13 milioni di spettatori del 2020. Eurovisione garantirà la copertura totale di immagini di quasi 20 ore, con oltre 17 ore di diretta per la prova Team Relay, le cronometro élite uomini e donne, la prova in linea Under 23 uomini e le prove élite uomini e donne. Oltre ad Eurosport, che offrirà le immagini di Trentino 2021 con copertura pan-Europea e in alcuni Paesi extra europei, sono molte le emittenti del vecchio continente che hanno acquisito i diritti di trasmissione dell’evento, con ore di diretta e approfondimenti.

Il comitato organizzatore ha presentato anche il ricchissimo programma di eventi collaterali che accompagnerà i Campionati europei a partire dal 3 Settembre: spettacoli, dibattiti, mostre e intrattenimento per vivere l’atmosfera del grande ciclismo a 360°.

Si è aperta questo pomeriggio con un evento pubblico al teatro Sociale di Trento l’edizione 2021 del Festival dell’Economia di Trento. Un Festival della “ripartenza”, in cui si affronteranno tutte le problematiche più importanti presenti nell’agenda della post-pandemia: dalle prospettive che si aprono per le future generazioni, ai nuovi orientamenti sul versante fiscale. Un tema però svetta su tutti, ed è quello che dà il titolo alla XVI° edizione della kermesse: il ritorno dello Stato, determinato dalla necessità di fronteggiare il Covid sul piano sanitario, ma anche di sostenere coloro che sono stati colpiti più duramente dalla pandemia, in termini economici.
Sul palco del Sociale, Franco Ianeselli, sindaco di Trento, Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, Flavio Deflorian, rettore dell'Università degli Studi di Trento, Innocenzo Cipolletta, presidente di Assonime e AIFI (private equity), già presidente dell’Università di Trento, Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, l’editore Giuseppe Laterza, Tito Boeri, direttore scientifico del Festival, professore di Economia presso l’Università Bocconi di Milano, e in veste di moderatrice la giornalista Maria Concetta Mattei.

 

 

Trento ha ritrovato lo spazio del Festival – ha esordito Ianeselli – e non era per niente scontato. Vedere la città che riparte, che rinasce, vedere anche la gioia degli operatori economici, è molto emozionante. In quanto al ritorno dello Stato, pensiamo già solo al fatto che oggi, grazie al piano nazionale per la ripresa, ci ritroviamo con nuove, grandi opere pubbliche in agenda, come la circonvallazione di Trento, opere alla cui realizzazione i privati daranno un contributo determinante”. Fra Stato e mercato, ha aggiunto il sindaco di Trento, c’è però anche un terzo attore, che il Trentino, in passato, ha tenuto a battesimo, e che non dobbiamo dimenticare: la cooperazione.

Un altro pilastro del “sistema-Trentino” è quello dell’università. Ne ha parlato il rettore, Deflorian sottolineando la volontà dell’istituzione di continuare a dare il suo contributo al Festival, un evento che ha sempre unito la presenza di relatori di altissimo profilo alla capacità di parlare a chiunque e di arrivare al cuore dei cittadini. “La pandemia – ha aggiunto – ha colpito ovviamente anche l’università. Studenti e corpo docenti, però, hanno reagito con molta compostezza. Contiamo di tornare entro l’anno prossimo a una didattica al 100 per cento in presenza, compatibilmente con le necessità poste dalla tutela della salute”.

La Provincia autonoma di Trento – ha osservato Mattei – in questa fase ha dovuto confrontarsi con uno Stato piuttosto invadente. “A maggior ragione – ha commentato Fugatti – in questo momento serve innanzitutto molta concretezza, quella che ad esempio ha dimostrato qualche giorno fa l’Euregio nella sua ultima riunione, rafforzando la collaborazione fra i territori che la compongono, Trentino, Alto Adige e Tirolo. Ci vuole però anche del coraggio: organizzare un Festival in presenza, seppure con qualche limitazione, con contingentamenti e regole da osservare, è stata una scelta coraggiosa. Questo fa bene al territorio, e al tempo stesso facilita le collaborazioni con altre realtà. Come Provincia autonoma, dobbiamo continuare a vigilare contro tentazioni centraliste e chiedere che le regioni vengano coinvolte nelle decisioni, anche se dobbiamo onestamente riconoscere un dato di fatto: non tutti i territori in questo momento hanno la stessa capacità di spesa”.

Lo Stato è intervenuto per sostenere economicamente chi è stato colpito dagli effetti della pandemia – ha ricordato Cipolletta – e qualcuno ha temuto che ciò portasse ad una progressiva ‘invasione’ da parte dell’autorità statuale di tutti gli ambiti nei quali negli anni precedenti, il privato era avanzato con decisione. Stiamo invece tornando ad un nuovo universalismo: abbiamo scoperto che sanità è importante per tutti, che la cassa integrazione è importante per tutti, insomma, che lo Stato deve fare di più, anche se sempre in maniera complementare al mercato, per tutelare i cittadini”. Riguardo alla riduzione delle diseguaglianze, Cipolletta ha detto che in genere non è un prodotto diretto della tassazione (uno dei temi caldi in agenda), ma di buoni servizi pubblici, in materie come la casa, l’istruzione, la sanità.

De Felice ha ricordato che nel mondo sono stati messi in gioco 16.000 miliardi di dollari per fronteggiare l’emergenza creata dal Coronavirus. Il ruolo dello Stato dell’utilizzare queste risorse è stato e resta determinante. In Europa “la pandemia ha rappresentato una svolta, con il programma Next Generation UE. L’Europa dice: dobbiamo procedere verso una transizione ecologica e una transizione digitale. Il mercato da solo sarebbe andato in quella direzione? Probabilmente no. L’Italia ora ha una grande responsabilità davanti a sé: deve dar prova di sapere affrontare le riforme e di utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Europa”.

Dando la parola a Laterza, Mattei ha ricordato gli apprezzamenti espressi recentemente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per i 120 anni dell’editore. “L’Italia in questa fase ha espresso un bisogno di approfondimento, di lettura. – ha sottolineato laterza a sua volta - E’ questo un bisogno che abbiamo constatato anche qui a Trento, fin dai primi momenti del Festival. Ora dobbiamo guardare al futuro. Le decisioni che prendiamo condizioneranno il futuro dei nostri figli. Di questo parleremo nei prossimi giorni. Nella convinzione, per citare Amartya Sen, che una buona democrazia si basa in primo luogo sulla qualità del dibattito pubblico”.

Ovviamente, il merito della qualità del dibattito che si articola all’interno del Festival va in primo luogo al suo responsabile scientifico. “Il Festival – ha chiosato Boeri – è un evento collettivo, il contributo arriva da tutti, dai premi Nobel ma in pari misura anche dal pubblico. Il Festival vuole essere anche un luogo per trasmettere al pubblico che cosa significa essere economisti. Dopo la crisi finanziaria 2008, come si ricorderà, noi economisti facemmo un’autocritica pubblica. Oggi però, vogliamo dare un contributo fattivo alla ripresa. Rimanendo a contatto con le persone”.

In chiusura Tito Boeri ha ricordato l’ambasciatore Attanasio, ucciso recentemente nella Repubblica democratica del Congo, un diplomatico che di formazione era un economista (un altro segnale di come l’economia sia tutt’altro che una disciplina “arida”) e ha sottolineato come in questo Festival non si assisterà ad una contrapposizione fra la sfera del pubblico e quella del privato. Pubblico e privato devono collaborare e allearsi; lo hanno fatto, del resto, anche per produrre i vaccini con cui stiamo uscendo dalle secche della pandemia.



 

Nella viabilità interna dei neuroni c’è lo snodo per comprendere sempre meglio la malattia di Huntington, patologia neurodegenerativa genetica ereditaria che può insorgere a età diverse della vita e si manifesta con movimenti involontari patologici simili a movenze di danza, gravi alterazioni del comportamento e decadimento cognitivo. Sono le conclusioni di un lavoro internazionale coordinato dall’Università di Trento e pubblicato sulla rivista Cell Reports.

 

 

Il team di ricerca ha identificato il ruolo fondamentale di una proteina (PRMT6) nel garantire la capacità di trasporto lungo le strade che attraversano le cellule nervose (gli assoni) e quindi la salute dei neuroni. A causare la sofferenza e la degenerazione neuronale – riferisce lo studio – è una mancata modifica (metilazione) dell’huntingtina, la proteina che regola il traffico. L’assenza della metilazione dell’huntingtina ha infatti come conseguenza una viabilità difettosa, dovuta a un deficit del trasporto di vescicole lungo gli assoni dei neuroni. Il gruppo di ricercatori e ricercatrici ha quindi indagato come ripristinare la funzionalità della huntingtina e ha osservato i vantaggi prodotti dall’aumento di un enzima (PRMT6) che genera la modifica (metilazione). L’attività dell’enzima è legata alla quantità delle vitamine B9 e B12 presenti nell’organismo umano.

 

«Le malattie neurodegenerative causano la perdita del corretto funzionamento dei nostri neuroni. Purtroppo i meccanismi alla base di tali processi patologici sono poco chiari e non ci sono terapie per arrestare o ritardare il decorso di queste malattie devastanti. Questa ricerca mette in luce l’importanza della interazione di proteine quali huntingtina che, se mutate, causano malattie neurodegenerative con fattori che nella cellula regolano l’espressione genica, quali PRMT6. La nostra ricerca fornisce un nuovo tassello al puzzle delle malattie neurodegenerative: l’aver stabilito che huntingtina interagisce con PRMT6 e chiarito qual è il ruolo funzionale di tale interazione, che viene meno nella malattia, potrà aiutarci a comprendere come possiamo intervenire per ripristinare tale processo e migliorare la funzionalità dei neuroni con effetti benefici sul paziente» spiega Maria Pennuto (corresponding author per l’Università di Padova).

 

«Abbiamo capito che huntingtina, la proteina che quando mutata causa la malattia di Huntington, viene modificata da un enzima (PRMT6) in grado di aggiungere gruppi metilici (piccole bandierine) e far riconoscere l’huntingtina da altre proteine che si occupano di trasporto assonale. Se l’huntingtina non viene riconosciuta, il trasporto lungo gli assoni rallenta. Si può immaginare come fosse un treno (il trasporto assonale) senza un capotreno (huntingtina) che controlla i biglietti in entrata e apre le porte a tutte le stazioni (caricamento di altre proteine o organelli che viaggiano da un lato all’altro dell’assone). Le bandierine che vengono aggiunte da PRMT6 derivano da cicli metabolici che dipendono dalle vitamine B9 e B12. Sarà interessante misurare il livello di vitamine B9 e B12 nei pazienti con malattia di Huntington e testare sia in vitro che in vivo se l’aumento dell’assunzione di vitamine in neuroni possa aumentare la metilazione dell’huntingtina e quindi il suo corretto funzionamento. È ciò che cercheremo di approfondire nei prossimi mesi assieme alla nostra giovane collega Alice» conclude Manuela Basso (corresponding author per l’Università di Trento).

 

Nel progetto di ricerca internazionale sono confluiti contributi italiani, francesi, spagnoli e americani. Il lavoro è stato ispirato da una scoperta pubblicata sulla prestigiosa rivista Neuron da Maria Pennuto nel 2015 (Università di Padova e Istituto Veneto di Medicina Molecolare VIMM) ed è stato sviluppato principalmente da Alice Migazzi e Chiara Scaramuzzino sia nei laboratori del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo di Trento (Laboratory of Transcriptional Neurobiology, diretto da Manuela Basso), sia nel laboratorio di Frédéric Saudou, all’Istituto di Neuroscienze di Grenoble. La ricerca sulla malattia di Huntington prosegue ora grazie alla borsa di ricerca della Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto, ottenuta da Alice Migazzi.

 

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L’articolo
L’articolo, dal titolo “Huntingtin-mediated axonal transport requires arginine methylation by PRMT6”, è stato pubblicato il 13 aprile 2021 sulla rivista “Cell Reports” ed è disponibile in Open Access su: https://www.cell.com/cell-reports/fulltext/S2211-1247(21)00294-1
(doi: 10.1016/j.celrep.2021.108980)
Prima firma è Alice Migazzi (Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata, Università di Trento), assieme a Chiara Scaramuzzino (Grenoble Institut des Neurosciences, Université Grenoble Alpes Inserm).
Corresponding authors sono: Frédéric Saudou (Grenoble Institut des Neurosciences, Université Grenoble Alpes Inserm); Maria Pennuto (Dipartimento di Scienze biomediche, Università di Padova e Istituto Veneto di Medicina Molecolare VIMM di Padova); Manuela Basso (Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata, Università di Trento).

A seguito delle lettere aperte al Rettore e ai docenti dell'Università di Trento da parte del Gruppo degli studenti contro il Green pass, arriva la risposta del Rettore Flavio Deflorian.

 

 

Cari studenti, care studentesse,

ho ricevuto e letto con attenzione la vostra lettera contro il greenpass. Vi anticipo che avrei piacere, in futuro, ricevere delle lettere firmate, anche semplicemente in rappresentanza del vostro gruppo. La lettera che avete inviato è tecnicamente una lettera anonima.

Detto questo vorrei esporvi il mio punto di vista. Sulla legittimità delle misure prese, rispetto al diritto europeo e nazionale, non posso esprimermi, non avendo competenze specifiche. So che sono state sollevate obiezioni, anche davanti agli organi che possono vagliare la legittimità delle norme di legge, e rimango in attesa di eventuali pronunce avverse. Per ora (vedi recenti sentenze del TAR del Lazio e della Corte di Strasburgo) le pronunce hanno rigettato i rilievi.

 

Anche riguardo all’efficacia dei vaccini, ai loro rischi e controindicazioni, resto alle prese di posizione della comunità scientifica che sono largamente favorevoli, pur essendoci, come è normale e giusto che sia, opinioni dissenzienti.

 

La larga maggioranza della comunità universitaria, sia studentesca che dei lavoratori, si è espressa favorevolmente alla misura dell’obbligatorietà del greenpass come misura che aumenta la sicurezza e favorisce le attività in presenza, anche se questo, naturalmente, non toglie il diritto al dissenso e alla legittimità di opinioni diverse. Per quel poco che conta, non nascondo la mia opinione personale favorevole alla vaccinazione di tutti coloro non abbiano controindicazioni di tipo medico. E’ quanto più volte auspicato anche dal nostro presidente Mattarella.

 

Come rettore non posso non tenere conto di quanto la legge stabilisce, ma tengo anche a precisare che non intendo nel modo più assoluto discriminare nessuno, né considerare studenti di serie A e di serie B. Considero da respingere nel modo più netto atteggiamenti discriminatori o derisori delle opinioni minoritarie. Tutti gli studenti e le studentesse sono egualmente importanti per me, e ne rispetto le opinioni. Ci faremo carico, con le differenziazioni che la legge prescrive, di accompagnare negli studi tutti gli studenti, indipendentemente se presenti in aula o meno.

 

Confermando la disponibilità a tenere aperto il dialogo, vi saluto cordialmente.

 

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Flavio Deflorian

 

Nell’ambito dell’intensificazione del piano coordinato di controllo del territorio disposto dal Questore di Trento, per la prevenzione e repressione di fenomeni delittuosi nelle immediate vicinanze di istituti scolastici, “gli Orsi” della Squadra Mobile, la sezione contrasto al crimine diffuso impegnata quotidianamente contro furti, rapine, spaccio di droga e violenze commessi in flagranza, in collaborazione le Volanti, hanno arrestato un cinquantacinquenne italiano, residente a Trento, perché trovato in possesso di circa 350 file, tra immagini e video, di carattere pedopornografico.

 

Gli investigatori della Squadra Mobile sono risaliti all’uomo grazie ad alcune segnalazioni pervenute da genitori, per lo più madri, residenti nella zona di Ravina. In particolare, gli agenti della Questura di Trento hanno raccolto alcuni racconti che hanno messo in evidenza come l’uomo fosse stato visto nei giorni precedenti l’arresto, aggirarsi nei pressi di un comprensorio in cui insiste una scuola materna e primaria, mostrando molto interesse per alcuni piccoli in compagnia dei rispettivi genitori.

 

A questo punto, gli agenti della sezione contrasto al crimine diffuso della Squadra Mobile hanno avviato immediatamente le indagini finalizzate a risalire all’identità dell’uomo, descritto minuziosamente e pertanto identificato grazie  al fatto di essere stato già arrestato, in passato per episodi di violenza sessuale nei confronti di minori in altre città, e denunciato a Trento per possesso di materiale pedopornografico.

 

Per alcuni giorni, gli investigatori della Squadra Mobile hanno monitorato il comprensorio scolastico, confondendosi tra i genitori in attesa dei figli all’uscita da scuola, attendendo se l’uomo si facesse vivo.

 

Nella giornata di ieri, una volta intravisto  il cinquantacinquenne giungere nei pressi delle scuole, “gli Orsi”  hanno  aspettato il momento in cui l’uomo non si trovasse nelle vicinanze di bambini, per non spaventarli, e hanno fermato e controllato il soggetto in questione, scoprendo che deteneva innumerevoli foto e video a contenuto pedopornografico nello smartphone.

 

L’uomo è stato subito arrestato dagli agenti della Squadra Mobile che in questo modo hanno evitato che il pregiudicato potesse avvicinarsi ulteriormente ai frequentatori di asili e scuole elementari. Fondamentale per il tempestivo intervento sono state, ancora una volta, le segnalazioni provenienti dai cittadini, che hanno permesso di concentrare le indagini su un fatto che aveva giustamente destato così ampia preoccupazione.

 

 

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Dichirazione ufficiale del Questore sull’arresto del pedofilo: “L’arresto di ieri del cinquantacinquenne per detenzione di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico, dimostra come il modello di sicurezza partecipata, ovvero la condivisione, in tempo reale, d’ informazioni, immediate quanto informali, tra cittadini e Polizia di Stato, sia vincente nei confronti di qualunque forma di criminalità.

Abbiamo voluto dare un impulso fortemente operativo a questa impostazione, per fare in modo d’ innalzare il livello di sicurezza urbana. Prediligendo interventi repressivi rapidi ed orientati a fatti reato segnalati dagli stessi cittadini di Trento.

In questo senso deve intendersi l’attività quotidiana della sezione criminalità diffusa della Squadra Mobile, cosiddetti “Orsi”.

 

Questa mattina decine di attivisti della campagna #StopCasteller, con il volto coperto da maschere da orso, si sono dati appuntamento alla rotatoria del ponte di San Lorenzo e hanno messo la statua dell’orso berlinese – simbolo del gemellaggio col quartiere di Charlottenburgin – in una solida gabbia d’acciaio in segno di protesta contro l’analoga situazione di prigionia dei tre orsi rinchiusi al Casteller di Trento.

 

 

 

La statua è stata poi circondata da cartelli che inneggiavano alla liberazione degli orsi e e denunciavano i politici responsabili della situazione attuale. La protesta è continuata con un’assemblea pubblica, che ha coinvolto anche le associazioni locali, in piazza di Piedicastello, dove è stata annunciata una manifestazione nazionale per il 10 Aprile.

A distanza di un mese e mezzo dalla pubblicazione del video shock – ha dichiarato un’attivista del Centro sociale Bruno – con cui abbiamo svelato le drammatiche condizioni dei tre orsi prigionieri richiusi al Casteller di Trento, siamo nuovamente scesi in piazza a denunciare la totale inadeguatezza delle istituzioni provinciali rispetto alla cosiddetta “gestione dei grandi carnivori” e a richiedere, ancora e fino alla liberazione, il rilascio degli orsi prigionieri”

Abbiamo scelto questa statua quale simbolo della condizione degli orsi denominati Dj3, M49 ed M57. La realtà degli orsi trentini infatti non è idilliaca come si vorrebbe far passare: dopo aver ricevuto dall’Unione Europea fondi per miglia di euro per reintrodurre l’orso in Trentino con il progetto Life Ursus, l’unica soluzione che la PAT è riuscita a trovare per gestire la convivenza con questi animali è ingabbiarli, infliggendo loro enorme sofferenza”

Questo orso di pietra è paradossalmente più libero di quelli in carne ed ossa che, a pochi chilometri di distanza, sono intrappolati in una buca di acciaio e cemento. La loro condizione è così misera da non poter essere documentata se non illegalmente, dal momento che vige un divieto assoluto di avvicinamento al carcere del Casteller”.

Trento è quella città in cui un orso finto è circondato da fiori e un bel prato, mentre tre orsi veri sono incarcerati e condannati al carcere a vita. Abbiamo voluto rimediare all’inganno di quell’immagine idilliaca perché un turista non creda che nella nostra provincia viga una pacifica convivenza tra l’essere umano e la fauna selvatica”
“Vogliamo infatti ricordare anche che la giunta Fugatti non sembra proprio voler cambiare rotta, dato che a febbraio è stato dato il via libera all’abbattimento dei lupi, che non hanno mai aggredito nessun esser umano, e si prepare alla stessa soluzione con gli orsi definiti “problematici”.

Durante il blitz abbiamo voluto ricordare anche le responsabilità politiche degli “amministratori problematici” responsabili delle 3 catture: quelle dell’attuale giunta leghista, ma anche di quella che era in carica 10 anni fa quando si decise l’arresto dell’orsa Dj3”.

L’abbiamo già ribadito molte volte: non ci fermeremo fino alla liberazione totale. Prossima tappa sabato prossimo, 10 aprile, dalle 15 in piazza Fiera per la seconda manifestazione nazionale della campagna #stopcasteller”

 

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