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Tue, Oct

Tonina in Val Ambiez per il ventennale della Sacra Edicola del Cacciatore

San Lorenzo Dorsino
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Questo evento rappresenta un importante momento di riflessione sul nostro rapporto con l’ambiente, e con le nostre montagne in particolare. Proprio qui, in questo splendido anfiteatro dolomitico nel Parco Naturale Adamello Brenta, patrimonio inestimabile quanto fragile, avvertiamo la responsabilità di preservare questa ricchezza unica al mondo e consegnarla in salute alle nuove generazioni. È un impegno di cui tutti noi dobbiamo farci quotidianamente carico, anche di fronte ai segnali che l’ambiente ci pone davanti, come la recente tragedia della Marmolada. Oggi, qui, ci interroghiamo sul rapporto fra l’uomo e la natura con particolare riferimento alla caccia ma non solo: in questa cornice naturale avvertiamo particolarmente l’importanza di trovare un punto di equilibrio fra tutte le attività umane e il territorio.”


Così il vicepresidente Mario Tonina è intervenuto ieri alle celebrazioni per il ventennale della Sacra Edicola del Cacciatore, organizzate in Val d’Ambiez dal Comune di San Lorenzo Dorsino, dal Circolo culturale Ars Venandi e dall’Associazione Cacciatori Trentini.

 

 

Nell’agosto del 2002, Anno internazionale della Montagna, venne  commissionata da Ars Venandi, a ricordo di tutti i cacciatori scomparsi, una grande lastra bronzea, scolpita ad altorilievo e infissa su un enorme masso granitico. Fu realizzata da don Luciano Carnessali, uomo della montagna, artista e prete, ma anche alpinista, scalatore e cacciatore originario di Godenzo (frazione di Comano Terme) e amico, fra gli altri, di Fortunato Depero. Don Luciano morì tragicamente in un incidente stradale un anno dopo l’inaugurazione dell’opera. La lastra bronzea rappresenta la preghiera dei cacciatori rivolta a Dio che in un grande abbraccio accoglie tutte le creature della montagna.
Un’opera – ha detto Tonina salutando i presenti nella doppia veste di vicepresidente della giunta provinciale e di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco – che ben esprime i valori di don Carnessali. A tutti quelli che hanno organizzato questo evento e a coloro che sono qui oggi va il mio più sentito ringraziamento, perché con la loro presenza testimoniano la volontà della comunità di guardare al futuro nella consapevolezza e nella testimonianza di quegli insegnamenti che l’arte di don Luciano ha saputo esprimere.”
L’importanza di un equilibrio fra uomo e ambiente è stato sottolineato in tutti gli interventi moderati dal presidente di Ars Venandi Marco Zeni, a cominciare dal sindaco di San Lorenzo Dorsino Ilaria Rigotti: “Di fronte a questa opera bronzea, raffigurante Cristo che a braccia aperte ci offre il suo Creato nella sua abbondanza e che nell’insieme ci invita alla parsimonia, alla prudenza e al rispetto, il passante resta in silenzio quasi a percepire la presenza di questo Cristo nella valle”. Fra gli amministratori presenti anche il sindaco di Stenico, Monica Mattevi.


Celebrando la messa assieme a don Sergio Nicolli e con la cornice musicale del Coro “Cima d’Ambiez”, monsignor Luigi Bressan ha ricordato che la caccia è menzionata nelle sacre scritture, sottolineando al contempo l’importanza del senso di responsabilità nell’approcciarsi al mondo animale e più in generale al contesto naturale.
Nella commemorazione di don Luciano Carnessali, autore dell’Edicola, da parte di Graziano Riccadonna, Sandro Flaim e Serena Morelli, sono stati ricordati la costante presenza e il contributo di don Luciano all’interno della comunità anche oltre l’attività sacerdotale. “La sua Edicola – è stato detto – rappresenta il suo testamento.”


Ieri è stato anche assegnato il Premio Uomo Probo da parte del Comune di San Lorenzo Dorsino e del Circolo culturale Ars Venandi. Il Premio, giunto all’11° edizione, viene attribuito a donne e uomini che nella loro vita si sono distinti per l’onestà, la solidarietà e la disponibilità verso il prossimo. Il riconoscimento, sostenuto in passato anche dallo scrittore e intellettuale di montagna Mario Rigoni Stern, è andato quest’anno ad Annibale Salsa, già presidente dei CAI e oggi, fra le molteplici attività, anche membro del comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco in rappresentanza della Provincia autonoma di Trento. Gli organizzatori ne hanno voluto premiare la competenza, il costante impegno e l’autorevolezza quale, come è stato detto, “autentico figlio della montagna”.


Da Salsa è giunto un invito a superare gli estremismi, le ideologie e il dilagante “analfabetismo territoriale”, cercando invece un’armonia di rapporti fra uomo e natura.
Farci accompagnare – ha detto il vicepresidente Tonina – nel nostro cammino di comunità da persone come Annibale Salsa è importante. Le azioni riportate nella Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile, approvata lo scorso anno, riprendono anche i valori e i messaggi che Salsa ricorda continuamente”. Nel corso delle celebrazioni oggi Tonina ha ricevuto lo stemma di Ars Venandi per la sua vicinanza ai temi cari al Circolo.