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Mon, Mar

La madre era titolare di un'impresa edile a Madonna di Campiglio, ma di fatto chi la gestiva era il figlio, non avendo la donna le competenze professionali per svolgere tale attività. Le denunce sono scattate nell'ambito di controlli portati avanti dai carabinieri di Madonna di Campiglio, che hanno verificato le attività di tre cantieri.

Due sono risultati in regola, mentre per un terzo, in cui si stavano svolgendo dei lavori di costruzione di un parcheggio pubblico, sono state riscontrate delle irregolarità. In particolare sono stati individuati ed identificati tre lavoratori di origine indiana che stavano operando nel cantiere e che, non essendo in possesso dei documenti di identità, sono stati accompagnati presso il comando della compagnia di Riva del Garda, dove sono stati sottoposti a procedure di identificazione tramite fotosegnalamento con riscontro al casellario centrale identità.

Soltanto uno di essi era in regola. Uno degli altri due è risultato irregolare sul territorio nazionale nonostante fosse regolarmente assunto perché aveva presentato domanda per il permesso di soggiorno per lo svolgimento esclusivamente di lavori stagionali in ambito agricolo e turistico, la quale non gli consentiva di lavorare nel settore edilizio. Il terzo, sebbene in possesso di regolare permesso di soggiorno, lavorava in nero nell'azienda.

Il Servizio lavoro della Provincia di Trento - informa l'Arma - ha sospeso l'attività imprenditoriale della società, che non potrà riprendere il lavoro nel cantiere fino a quando non avrà regolarizzato la posizione dei propri dipendenti e pagato le relative sanzioni.

Le tante anime musicali dell’artista sono state la cifra di concerto carico di energia e ritmo che ha scatenato il numeroso pubblico. Il Festival prosegue questa settimana con le atmosfere magiche e intrise di spiritualità del Gurdjieff Ensemble (19 settembre al Rifugio Roda di Vaèl), con il jazz fra Europa e Medio Oriente del contrabbasso di Renaud Garcia-Fons (21 settembre a Sagròn Mis loc. Giasenei) e con l’irresistibile mix di Mozart e Mambo della cornista americana Sarah Willis e della sua Sarahbanda (22 settembre a Camp Centener)

All’inizio di un’altra settimana all’insegna di una grande varietà di proposte musicali, il Popolo dei Suoni delle Dolomiti è stato abbracciato e travolto da quel fiume in piena di note che è l'estro musicale di Raphael Gualazzi. Oggi, sui prati dell’alpeggio di Malga Brenta Bassa, al cospetto del Crozzòn di Brenta, Cima Margherita e del Campanil Basso, questo popolo ha cantato applaudito, ballato e tenuto il ritmo con tutto l'entusiasmo di un concerto reso ancora più speciale ed inclusivo grazie a Remoove che ha reso fruibile il festival anche a persone con disabilità motoria o persone sorde e ipovedenti.

Raphael Gualazzi al pianoforte ha mostrato tutte le sue anime musicali dando spazio a molte improvvisazioni jazz che, se possibile, hanno ancor più impreziosito i suoi brani, come Malinconia d'averti, Dreams, e poi le cover, fra cui Imagine oppure The Way You Look Tonight o ancora Charlie Brown, pensate appositamente per l'appuntamento con i Suoni. Ma oggi nella Val Brenta hanno riecheggiato anche gli assolo di contrabbasso con Anders Ulrich e di batteria con Gianluca Nanni in Smoking War Jive.

Non solo i brani del suo repertorio: Gualazzi oltre a dedicare al pubblico Tuesday - “il martedì, che è il giorno della settimana più anonimo, ha detto l'artista, ma anche quello delle occasioni, come per me, e in cui é capitato di venire a suonare nella natura” - ha proposto svariati divertissement su arie e cori di Giuseppe Verdi, il tutto ricamato con la firma Gualazzi e impreziosito da musicisti di altissimo livello, il tutto in perfetto equilibrio con la natura tutt'intorno.

 

Si è concluso verso le 18 di oggi un difficile intervento di soccorso in Val Gelada, per un fronte di valanga staccatosi intorno alle 13 ad una quota di 2.200 metri circa, fra Malga Mondifrà e la Bocchetta dei Tre Sassi. Tre gli scialpinisti travolti, mentre erano impegnati nella salita, tutti di nazionalità francese e appartenenti ad un unico gruppo che non contava altre persone.

La chiamata al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivata da uno di loro, semisepolto nella neve, che non riusciva più ad avvistare i compagni né a dare indicazioni precise riguardo alla propria esatta localizzazione. Fortuitamente, due scialpinisti, di cui uno membro della Stazione Val di Non del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino, si trovavano in zona, hanno sentito l’uomo chiamare aiuto e hanno potuto raggiungerlo in breve tempo, procedendo poi nella ricerca tramite Artva e nel conseguente ritrovamento dei due compagni.

 

La Centrale Unica di Trentino Emergenza ha chiesto l’intervento dell’elicottero che tuttavia, date le condizioni di scarsissima visibilità, non ha potuto in un primo momento effettuare il sorvolo. Personale sanitario e soccorritori si sono dunque spostati verso il target via terra, raggiungendo i tre scialpinisti ai quali i medici del Soccorso Alpino hanno prestato le prime cure del caso. Dopo averli stabilizzati, i pazienti sono stati calati con delle barelle da neve fino ad una zona con visibilità maggiore, in modo da permettere l’avvicinamento dell’elicottero, che ha provveduto mediante tre rotazioni al trasporto degli scialpinisti presso la camera calda allestita nella piazzola sopraelevata in località Colarin. Lì, l’equipe sanitarie dei velivoli hanno provveduto al condizionamento e i tre pazienti sono stati infine elitrasportati in differenti ospedali: due di loro, in condizioni piuttosto gravi, all’ospedale Santa Chiara di Trento e il terzo al Santa Maria del Carmine di Rovereto.

 

In totale, sono stati 31 gli operatori intervenuti, fra personale sanitario e soccorritori delle Stazioni di Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena, comprese 4 unità cinofile e 2 membri del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, con il supporto a terra delle motoslitte dei Vigili del Fuoco. Si è inoltre provveduto non solo al soccorso degli scialpinisti travolti ma anche ad escludere il coinvolgimento di altre persone, attraverso un’attenta bonifica dell’area, effettuata entro una zona di sicurezza accettabile, date anche le condizioni meteorologiche critiche.

 

L’intervento è avvenuto nella zona di un altro incidente simile che ha visto coinvolto, ieri, un gruppo di scialpinisti lombardi, dei quali una ragazza è stata travolta da una valanga mentre erano impegnati nella salita verso Cima Serodoli. Transitati probabilmente in una zona di accumuli nevosi importanti ed instabili, sono stati prontamente soccorsi via terra da una squadra della Stazione di Madonna di Campiglio, in quanto l’equipe di elisoccorso era impossibilitata al decollo, sempre causa maltempo. La scialpinista ha riportato un trauma agli arti inferiori, mentre i compagni erano illesi.

 

Il Soccorso Alpino e Speleologico Trentino invita pertanto alla massima prudenza, oltre che a valutare al meglio la meteo prima di intraprendere una qualsiasi escursione scialpinistica. 

Un crollo di roccia si è verificato tra le 9 e le 10 di oggi dalle Punte di Campiglio, in zona cima Tosa, nel Gruppo delle Dolomiti di Brenta occidentale. Il fenomeno non ha coinvolto persone, come appurato anche dai sopralluoghi effettuati in elicottero, e avrebbe come causa probabile lo scioglimento del Permafrost in alta quota.

Le verifiche sull’area sono state condotte dalla Protezione civile trentina, dopo la segnalazione arrivata questa mattina da un vigile del fuoco volontario che era in montagna per un’escursione. Sul posto si è prima recato l’elicottero sanitario dei Vigili del fuoco di Trento, per verificare che non ci fossero escursionisti feriti, mentre successivamente si è svolto un altro sopralluogo aereo con a bordo il geologo della Provincia.

Secondo gli accertamenti, il volume di roccia si è staccato da una parete verticale che si sviluppa all’incirca tra quota 2.830 e 2.850 metri di quota. Il prisma crollato aveva verosimilmente un’altezza intorno ai 15 metri, una larghezza e uno spessore di 5 metri, per un volume totale di roccia di 300-400 metri cubi. Una buona parte del materiale si è probabilmente fermato subito sotto al punto di distacco, mentre la parte restate è caduta arrestandosi nell’accumulo a grossi blocchi alla base della parete. 

 

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